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Dl Fisco è legge. Ok Camera con la fiducia: 272 voti a favore, 143 contrari

Il sì del Senato era arrivato il 28 novembre scorso, portando con sé le ultime modifiche approvate da Palazzo Madama, come la fatturazione elettronica tra privati che entrerà in vigore a gennaio 2019, nonostante i rilievi del Garante della privacy, ma senza sanzioni fino al 30 settembre 2019 per chi non la utilizza

Via libera definitivo dell’Aula della Camera al decreto legge fiscale. Il provvedimento è stato approvato a Montecitorio con 272 voti a favore, 143 contrari e tre astenuti. Un risultato leggermente diverso da quello di alcune ore prima, quando la Camera aveva dato il via libera alla fiducia 310 sì, 228 no e 4 astenuti.

Il sì del Senato era arrivato il 28 novembre scorso, portando con sé le ultime modifiche approvate da Palazzo Madama, come la fatturazione elettronica tra privati che entrerà in vigore a gennaio 2019, nonostante i rilievi del Garante della privacy, ma senza sanzioni fino al 30 settembre 2019 per chi non la utilizza. Il decreto, prima di arrivare alla Camera, aveva imbarcato anche le norme su materie estranee al fisco come il bonus bebè e l’integrazione delle reti di Tim e Open fiber.

Nel provvedimento non è mai entrata invece la pace fiscale” nella versione che era stata promessa dalla Lega: la possibilità per i contribuenti che hanno dichiarato tutto ma non hanno pagato perché in difficoltà di chiudere i conti versando un’aliquota ridotta. Saltata ma in extremis invece la discussa dichiarazione integrativa speciale che avrebbe consentito di regolarizzare fino a 100mila euro l’anno di imponibile non dichiarato.

Tra le altre modifiche approvate dal Senato c’era una che riguarda polizze e conti dormienti: assicurazioni e banche dovranno obbligatoriamente verificare, tramite le banche dati dell’Agenzia delle Entrate, se i titolari siano ancora in vita e in caso contrario saranno tenute a contattare i beneficiari o gli eventuali eredi. Le istituzioni finanziarie dovranno quindi avere un ruolo attivo di ricerca e non più attendere che arrivino richieste da parte degli stessi titolari o degli eredi.