Scuola

Compiti a Natale, genitori e presidi contro Bussetti. Ma il pedagogista Novara: ‘Necessari in scuola vecchio stile’

A schierarsi contro l’inquilino di viale Trastevere sono i dirigenti scolastici ma anche i genitori, i pediatri e persino Maurizio Parodi il fondatore del movimento “Basta compiti” che ritiene fin troppo “prudente” la mossa del ministro. A favore è invece l'autore di Cambiare la scuola si può: " A chi dice che i compiti ci vogliono ricordo che stiamo parlando di qualcosa di totalmente arbitrario"

L’annuncio del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che invierà una circolare prima delle vacanze natalizie per invitare i docenti a dare meno compiti per le vacanze agli studenti, non piace a nessuno. O quasi. A schierarsi contro l’inquilino di viale Trastevere sono i dirigenti scolastici ma anche i genitori, i pediatri e persino Maurizio Parodi il fondatore del movimento “Basta compiti” che ritiene fin troppo “prudente” la mossa del ministro. A favore è invece il pedagogista Daniele Novara : “I compiti si rendono necessari in una scuola vecchio stile: lezione – studio -interrogazione. La scuola dell’apprendimento non è la scuola dei compiti”.

Bussetti, intervenendo al programma radiofonico di Radio 1 “Un giorno da pecora”, ha solo annunciato la circolare dicendo: “Vorrei sensibilizzare il corpo docente e le scuole a un momento di riposo degli studenti e delle famiglie affinché vengano diminuiti i compiti durante le vacanze”. Ha poi aggiunto: “Vorrei dare un segnale, perché questi giorni di festa siano un momento per stare più insieme e fare altro”.

Parole che non sono piaciute ad Angela Nava, presidente dell’associazione Genitori democratici: “È una mossa natalizia e come tale la prendiamo. Il Governo del cambiamento dovrebbe sapere che la scuola italiana ha bisogno di ben altri interventi. Il ministro strizza l’occhio inutilmente alle famiglie e ai ragazzi. Tra l’altro la sua è solo una circolare non è una norma. Non si può limitare la libertà dei docenti. Evitare i compiti totalmente è eccessivo”. Ma la presidente di Genitori Democratici tocca un altro punto: “Sotto sotto il ministro ha voluto far passare un concetto sulla famiglia di cui non sentivamo il bisogno. C’è già il ministro Fontana a fare la sua parte”.

Si schiera contro Bussetti anche Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi: “Queste questioni devono riguardare l’autonomia delle scuole e la libertà d’insegnamento. Il Miur si dovrebbe occupare di altre questioni. Abbiamo un problema di riorganizzazione del nostro sistema scolastico che deve superare il modello gentiliano. Nelle circolari del ministero vorrei trovare altro, una riflessione pedagogica. Il Miur non può dettare istruzioni sulla quotidianità dell’agire didattico”.

Nemmeno il pediatra Paolo Sarti si trova d’accordo con il ministro: “I nostri ragazzi non sono stressati semmai li vedo mal organizzati rispetto ad una gestione dei compiti. In ogni caso questo annuncio è stato fatto per tutti ma la scuola va dalla primaria alle superiori e la questione compiti andrebbe regolata a seconda dell’ordine e grado di scuola”.

A restare insoddisfatto è anche Maurizio Parodi, leader di un movimento di 800 docenti che hanno aderito all’appello “Basta compiti!”. Parodi, che è dirigente tra l’altro in un centro professionale per l’istruzione degli adulti a Genova, spiega: “Quella del ministro è un’iniziativa auspicabile. L’intento è quello di sensibilizzare docenti che non ci sentono su questo argomento ma siamo di fronte ad una circolare annunciata nel segno della prudenza. È un segno che può confortare solo chi non assegna mai i compiti, nemmeno durante le vacanze”. Parodi poi guardando avanti profetizza: “La circolare sarà disattesa e osteggiata. Non ha carattere prescrittivo, resta la libertà d’insegnamento”.

L’unico ad applaudire al ministro è il pedagogista Daniele Novara che ha appena pubblicato Cambiare la scuola si può (edito da Rizzoli) : “I compiti fanno parte di quelle partiche inerziali di cui non si trova una conferma normativa. Rappresentano una modalità diffusa ma non sono in nessun modo un obbligo anzi sono discrezionali. A chi dice che i compiti ci vogliono ricordo che stiamo parlando di qualcosa di totalmente arbitrario. I compiti si rendono necessari in una scuola vecchio stile: lezione – studio -interrogazione. La scuola dell’apprendimento non è la scuola dei compiti”.