Scuola

Scuola, dall’obbligo a Pisa al premio in Veneto: la crociata leghista per il presepe

Il consiglio comunale della città toscana a guida Carroccio ha approvato una mozione che impegna il sindaco Conti e l'assessore competente affinché siano presenti le statuine in tutti gli istituti. Nella Regione del governatore Zaia è scaduto venerdì scorso il bando che ha messo a disposizione 250 euro per ogni scuola che allestisce la rappresentazione della nascita di Gesù

A un mese esatto dal Natale è già polemica sui presepi da fare a scuola. In Veneto venerdì scorso è scaduto il bando di concorso della Regione che metteva a disposizione 250 euro per ogni scuola che fa il presepe, mentre a Pisa il consiglio comunale capitanato dal sindaco leghista Michele Conti ha approvato una mozione che “impegna il primo cittadino e l’assessore competente, affinché all’interno di ogni scuola operante sul territorio comunale, di là dell’ordine e del grado, sia allestito un presepe in vista delle prossime festività natalizie”.  La nuova “crociata” della Lega  di Matteo Salvini è in nome della tradizione, del bue, dell’asinello, delle statuine di San Giuseppe e di Maria con la culla di Gesù Bambino.

Il sindaco di Pisa non ha problemi a spiegare le ragioni di questa scelta condivisa da Forza Italia, Fratelli d’Italia e da Patto Civico (gruppo che al secondo turno aveva sostenuto il Partito Democratico): “Il presepe fa parte della nostra tradizione. Realizzarlo nelle nostre scuole in un momento in cui la nostra società si sta sfilacciando è un segnale importante”. Conti non si preoccupa di chi ha un credo diverso o di chi non crede proprio a nulla: “Anche chi è ateo è legato alla tradizione, tant’è che il Natale nasce come una festa religiosa ma è condivisa da tutti. Quella del presepe è una battaglia della Lega da sempre perché ci sentiamo custodi della tradizione e dell’identità”. Nella pratica a Pisa ancora non hanno definito come sarà tradotta questa propaganda pro presepe, ma il sindaco si affida all’autonomia delle scuole pur ritenendo “un passaggio fondamentale” quello di far capire a tutti in che contesto culturale viviamo.

Diversa la situazione in Veneto dove, per convincere le scuole a realizzare il presepe, la Regione del governatore leghista Luca Zaia ha investito 50mila euro: 38mila per le statali, 6.750 per le scuole paritarie e 1.250 per gli istituti di formazione professionale. Una mozione approvata nei mesi scorsi dal consiglio regionale su proposta di tre consiglieri, Andrea Bassi (ex lista Flavio Tosi), Stefano Casali (avvocato ed ex vice sindaco di Verona con Tosi) e Fabiano Barbisan (lista Zaia), ha impegnato la giunta a sostenere le scuole che realizzeranno il presepe. Nella delibera è previsto che ci sia un contributo di 250 euro ma attenzione: il premio non è un finanziamento agli istituti affinché realizzino il presepe ma una premialità che gli istituti potranno usare come meglio credono.

Una decisione che ha suscitato non poche polemiche, alle quali l’assessore all’istruzione Elena Donazzan risponde: “Contro questa iniziativa hanno detto che mancava la carta igienica, ora usano il pretesto del maltempo per mettere i bastoni tra le ruote. Sinceramente credo che le comunità che hanno subito dei danni e avranno questo piccolo contributo lo potranno ritenere comunque utile a superare la tragedia”. L’assessore, alla data di giovedì 22 novembre, ancora non era a conoscenza di quanti fossero i progetti presentati, ma è certa della bontà della proposta: “Quando si partecipa ad un progetto educativo quest’ultimo fa parte di un contesto. La religione ha contaminato il nostro vivere comune: se il 25 dicembre si sta a casa da scuola è perché è Natale, la religione ha creato una cultura. Le polemiche non arrivano mai dalle altre comunità religiose o dai genitori, ma capita sempre che qualche docente o amministratore della sinistra radicale si fa promotore di una feroce ed inutile critica”.