Scuola

Marco Bussetti vuole il crocifisso in classe (e al Miur). Per essere cristiani basta esporre una croce?

“E’ il simbolo del nostro cristianesimo, della nostra religione cattolica. E’ un segno che è giusto sia nelle aule. Io ce l’ho, l’ho voluto appena entrato. Nelle scuole una certa attenzione mi sembra doverosa”. Sono le parole del ministro dell’Istruzione in quota Lega, Marco Bussetti. Sono passate inosservate ai più presi dallo spread e dal reddito di cittadinanza ma dovrebbero riaprire un dibattito. Tanto più che prima dell’arrivo di Bussetti nell’ufficio che era di Valeria Fedeli, il crocifisso non c’era e la ministra non si era certo stracciata le vesti e tanto meno l’aveva fatto acquistare.

Una riflessione che si è aperta in Baviera proprio in questi giorni in cui il governo bavarese guidato da Markus Soder ha imposto la croce in tutti gli edifici regionali. A schierarsi contro l’amministrazione bavarese – secondo la nota Agenzia Sir – è stato proprio il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera oltre che presidente dei vescovi tedeschi affermando in un’intervista rilasciata al Suddeutshen Zeitung che “se la croce è vista solo come un simbolo culturale, non la si capisce. Che significa vivere in una terra cristiana?”. E a far eco al cardinal Marx anche l’arcivescovo di Bamberga monsignor Ludwig Schick si era pronunciato in merito dicendo che “la croce non è un segno identitario di una regione o di uno Stato ma un invito a imparare a vivere nella solidarietà e nell’amore”.

In Italia di fronte alle parole di un ministro nessun cardinale o vescovo si è fatto vivo. Eppure lo “sfruttamento del simbolo” è uno strumento usato dalla Lega che proprio lo scorso marzo ha presentato una proposta di legge che prevede crocifissi obbligatori a scuola, nelle università, nelle aule di giustizia, negli aeroporti, nelle stazioni ma non solo: si chiede che il crocifisso venga esposto “in luogo elevato e ben visibile”. L’osservatore attento non può non cogliere che dietro la scelta di un ministro c’è una valenza politica. Valeria Fedeli entrata nel Palazzo non aveva né aggiunto né tolto: c’era Mattarella senza crocifisso e così ha lasciato l’ufficio. Bussetti ha scelto invece di avere la croce un attimo dopo essersi insediato.

Vale la pena di porsi la stessa domanda che ha fatto in Germania il cardinale Marx anche in Italia “Che significa vivere in una terra cristiana?”. Esporre una croce? Andare alla Santa Messa a Natale? Fare il presepe a scuola? L’identità cristiana (di là che il primo simbolo del cristianesimo era il pesce) si afferma con la propaganda di un simbolo?