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Juventus, Report smentisce Agnelli. Le nuove intercettazioni nell’anticipazione della seconda puntata dell’inchiesta

Stasera Report (Rai3) smentisce Andrea Agnelli e dimostra la responsabilità della Juventus che avrebbe permesso l’ingresso e l’esposizione allo stadio di striscioni offensivi sulla tragedia di Superga nel derby col Torino del febbraio 2014. Il presidente Agnelli, durante l’assemblea degli azionisti, ha difeso Alessandro D’Angelo, capo della sicurezza della Juve, citando la sentenza del tribunale d’appello della Federcalcio: “D’Angelo non ha aiutato a introdurre striscioni canaglia. Gli autori furono individuati grazie alle tecnologie messe a disposizione dalle forze dell’ordine e dalla Juventus, sono stati consegnati alla giustizia e sono rei confessi, ogni altra affermazione è falsa e infondata e sarebbe ora che chi si esprime su questa circostanza tenesse conto dei fatti, delle prove e delle sentenze”. Tutti i fatti, però, non supportano la tesi di Agnelli. Nella seconda puntata dell’inchiesta di Federico Ruffo sugli affari attorno alla Juve col bagarinaggio e gli interessi della malavita, Report replica al figlio di Umberto con le intercettazioni tra D’Angelo e Ciccio “Raffaello” Bucci, all’epoca un noto ultrà, poi collaboratore dei bianconeri per curare i rapporti con la tifoseria e suicida nel luglio 2016 dopo un interrogatorio per l’inchiesta “Alto Piemonte” sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta a Torino. In “Alto Piemonte” i dirigenti bianconeri non sono coinvolti e il club non è considerato parte lesa. D’Angelo parla anche con Rocco Dominello, un finto ultrà, fondatore del gruppo “Gobbi”, di recente condannato in appello a cinque anni per associazione a delinquere di stampo mafioso.

D’Angelo: “Come ti posso aiutare domenica?” Bucci: “Eh, mi devi aiutare fratello, perché io ho fatto il lavoro… però mi devi aiutare”. D’Angelo: “Eh dimmi come: gli striscioni immagino”. D’Angelo vuole impedire lo sciopero del tifo al derby. D’Angelo: “Tanta roba?”. Bucci: “Quanta multa vuoi prendere?”. D’Angelo: “Io fino a 50 mila”. Bucci: “Non ce la fai, non ce la fai compà!”. D’Angelo: “No ti prego, non Superga…”. E invece è Superga.

Gli striscioni pare che vengano trasportati in due zaini, ne parlano ancora D’Angelo e Bucci. Report manda in onda anche un colloquio tra D’Angelo e Agnelli, all’indomani del derby. Si sente il presidente che parla del tema e poi convoca in ufficio D’Angelo: “No, ma infatti so quella solo, son gli zaini, entrano gli striscioni, cioè… È l’unica”. D’Angelo racconta l’episodio a Bucci: “Ti devo fare una confessione, te la dico, cerca di capirmi: mi hanno beccato domenica, eh!”. Bucci: “L’han beccato?”. D’Angelo: “Mi hanno. Lo zaino. (…) Sì, ma ho riso perché sono arrivato su dal presidente, erano andati dal presidente. Mi ha detto: ‘Ale sei un ciucco, ti hanno beccato!’”.

Il capo della sicurezza era in contatto anche con Dominello. D’Angelo: “Tu oggi hai detto la frase più bella che abbia mai sentito negli ultimi anni. Prima di chiunque di noi c’è la squadra.”. Dominello: “Ma sicuramente”. D’Angelo: “Non mi venire allo stadio a far star zitta la curva al derby e devo sentire i bovini cantare fallo! Sappi solo che… no eh… Mi stanno sul cazzo in una maniera”. Ruffo ha raccolto la testimonianza di Gabriella Bernardis, la compagna di Bucci: “Lui di solito, mi diceva sempre, più o meno, quello che c’era scritto sugli striscioni quando veniva a parlarmi. Quella volta lì mi aveva detto ‘questa volta abbiamo fatto una cosa un po’ pesante’ e io gli avevo detto ‘fai attenzione però a quello che scrivi’. E poi mi ha detto ‘abbiamo scritto sulla strage di Superga’”. Ruffo ricorda che per lo striscione è stato arrestato un ragazzo dei “Drughi”. Dice Bernardis: “ Io gli avevo detto ‘tu sai che non è lui che li ha portati’ e lui mi aveva detto ‘fatti gli affari tuoi’”.