Giustizia & Impunità

Tap, un perito nominato dal gip è collega di un consulente della multinazionale. Emiliano ne chiede la sostituzione

Mentre sale la tensione in vista della decisione del governo sul gasdotto, il presidente della Regione Puglia al giudice del Tribunale di Lecce chiede di valutare un ipotetico conflitto di interessi: entrambi lavorano alla superperizia. Un eventuale stop giudiziario è l'ultima chance per fermare l'opera

Insegnano fianco a fianco nella stessa facoltà dello stesso ateneo. Di più: l’uno era nella commissione che ha valutato l’altro come idoneo a diventare professore di seconda fascia. Entrambi, però, lavorano con ruoli diversi alla superperizia sul gasdotto Tap. Ed è per questo che, in mattinata, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha depositato al gip del Tribunale di Lecce richiesta di valutarne la sostituzione. È il colpo di scena nelle ore in cui la tensione inizia a salire, in vista del via libera ufficiale all’opera da parte del governo, la “luce verde” che Saipem ha detto di attendere per iniziare i lavori nel mare di Melendugno per conto di Tap.

Sul gasdotto “stiamo aspettando le valutazioni finali del ministero dell’Ambiente e dovrebbero arrivare a giorni”, ha ricordato oggi il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, nel corso del question time alla Camera. Ci sono pochi dubbi sul fatto che il passo indietro non ci sarà. Ecco perché, a conti fatti, un eventuale stop giudiziario è l’ultima chance per fermare l’opera in costruzione. E questo dipende proprio dal risultato della superperizia, su cui sono puntati gli occhi di tutti.

Fabrizio Bezzo, professore associato di Ingegneria Chimica, è uno dei tre periti nominati dal giudice per le indagini preliminari, Cinzia Vergine. Giuseppe Maschio è professore ordinario di Analisi del rischio nell’industria di processo e impiantistica di processo ed è consulente di parte della multinazionale Tap. Entrambi sono nel pool che entro il 18 novembre, al netto di ulteriori proroghe, dovrebbe consegnare la perizia richiesta dal pm Valeria Farina Valaori nell’ambito dell’incidente probatorio, il punto chiave dell’inchiesta riaperta a inizio anno, dopo la precedente archiviazione.

I due docenti si conoscono e hanno una frequentazione costante, almeno dal punto di vista professionale: è inevitabile, visto che afferiscono allo stesso dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova e fanno parte dello stesso Consiglio del corso di laurea magistrale in Ingegneria Chimica e dei Processi Industriali. A testimonianza di ciò sono presenti in rete anche diversi verbali. Non solo: nel luglio 2010, Maschio ha fatto parte della commissione giudicatrice che per il Politecnico di Torino ha ritenuto idonei, per i posti banditi come professori universitari di seconda fascia, due docenti, uno dei quali era proprio Bezzo.

Tecnicamente, per questo non c’è incompatibilità ed è il motivo per cui quella di Emiliano non è una ricusazione. C’è, tuttavia, una ragione di opportunità, dettata da ipotetici conflitti di interesse. La richiesta di valutare una sostituzione è stata sottoposta al gip, per il tramite dell’avvocato Francesco Zizzari, a garanzia di trasparenza e terzietà. Sarà lo stesso giudice ora a decidere. Il cambio dei nomi molto probabilmente comporterà un ulteriore slittamento del termine di consegna della perizia, che era attesa già per metà agosto.

Non è cosa da poco quel passaggio, che potrebbe, anzi, restare l’ultimo grimaldello per rimettere tutto in discussione: l’incidente probatorio serve ad accertare se il gasdotto Tap e la condotta Snam, che, attraversando 55 chilometri, dovrà collegarlo a Brindisi, vanno considerati come unica opera. Se questo verrà appurato, bisognerà ottenere una nuova Valutazione di impatto ambientale e dovrà essere applicata la normativa Seveso sul rischio di incidenti rilevanti, finora esclusa.