Scuola

Maturità 2019, ministro Bussetti: “Via la tesina dall’esame”. Poi riprende i prof che comunicano sui social: “Sono contrario”

Il titolare del Miur, intervistato da Studenti.it , ha trattato anche il tema del test di ingresso alla Facoltà di Medicina: "L'aumento dei posti disponibili comporterà inevitabilmente un aumento anche delle borse di specializzazione. I test saranno però rivisti e aderiranno meglio alla figura del medico del futuro"

La tesina all’esame di maturità 2019 non ci sarà. Ad annunciarlo è il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti in un’intervista a Studenti.it. Dopo le ultime novità, comunicate alle scuole tramite una circolare e incentrate sulle modifiche alle prove scritte, il Miur ha deciso di introdurre un ulteriore cambiamento. Una riforma della scuola ancora in itinere che, ha specificato l’ex professore di educazione fisica, non deve essere temuta. “Al centro c’è il rispetto per il percorso svolto dagli studenti, deve essere premiato il loro lavoro, la loro esperienza”, ha sostenuto il ministro.

Il titolare del dicastero di Viale Trastevere ha poi criticato i professori che usano dei social, richiamandoli a un maggior rispetto dei ruoli. “Rispetto l’autonomia dei professori ma personalmente sono contrario ai contatti sui social tra studenti e professori, perché il rispetto reciproco passa anche attraverso certi atteggiamenti e certe scelte”, ha detto Bussetti, sottolineando il valore della scuola tradizionale.

Il percorso di riforma intrapreso da Bussetti nei prossimi mesi dovrà affrontare temi importanti come quello del test di ingresso alla Facoltà di Medicina. Il famoso numero chiuso che nei piani futuri dovrà essere abolito ma che, per il momento, rimarrà: è previsto intanto un ampliamento dei posti disponibili. “Questa misura – ha sottolineato il ministro – comporterà inevitabilmente un aumento anche delle borse di specializzazione. I test saranno però rivisti e aderiranno meglio alla figura del medico del futuro”.

Bussetti ha poi sottolineato i traguardi raggiunti e le sfide che il suo dicastero si è prefissato: l’edilizia scolastica e i certificati di sicurezza degli istituti, l’eliminazione della chiamata diretta dei docenti, gli interventi sull’esame di Stato e l’alternanza scuola-lavoro. “Tra gli obiettivi – ha concluso il ministro – anche quello di innovare l’istituzione scolastica, creando più continuità tra scuola superiore e università“.