Cronaca

Stefano Cucchi, Ilaria denuncia: “Insulti, minacce e auguri di morte da profili di simpatizzanti della Lega”

Recapitata all’abitazione dei genitori a Roma una lettera anonima scritta a mano con insulti: "Dovreste essere voi, e non Salvini, a scusarvi per tutte le persone che suo figlio ha rovinato con la droga. Mi spiace abbia pagato con la vita, ma se l’è cercata"

L’onda lunga delle dichiarazioni di Francesco Tedesco, il carabiniere imputato nel processo per la morte di Stefano Cucchi che ha accusato due collehi del pestaggio, non si ferma e continua a generare reazioni e polemiche. “Stiamo ricevendo una serie impressionante di insulti, minacce ed auguri di morte da profili di simpatizzanti della Lega, che è partito di governo, e da (mi auguro) sedicenti appartenenti a polizia e carabinieri. Confesso che ho paura, per me, per la mia famiglia e per Fabio (Anselmo, il legale della famiglia Cucchi – ndr) poiché – scrive Ilaria Cucchi in un post su Facebook – nessuno persegue queste persone ma pare ci si debba preoccupare solo di Casamassima, Rosati e Tedesco. Io e Fabio non sappiamo più cosa pensare“. La sorella del geometra, arrestato per droga dai carabinieri e morto dopo una settimana all’ospedale Pertini,  Stefano, affida a Facebook le sue riflessioni dopo le giornate tese e le polemiche seguite alle dichiarazioni del carabiniere che ha raccontato come il 31enne fu colpito più volte dai colleghi.

La donna, che da anni si batte per conoscere la verità sulla fine di Stefano, al post ha allegato profilo di una delle persone dalle quali dice di aver ricevuto minacce e che, da quanto si legge, lavorerebbe “presso la Polizia di Stato”. Il condizionale è d’obbligo perché sul profilo scarno, attivato solo un mese fa, alla voce lavoro compare la scritta “libero professonista”.  “Spero che ti facciano fare la stessa f…” l’augurio rivolto dall’account in questione. Oltre ad una serie di post segnalati dalla Cucchi, ieri è stata recapitata all’abitazione dei genitori a Roma una lettera anonima scritta a mano con insulti: “Dovreste essere voi, e non Salvini, a scusarvi per tutte le persone che suo figlio ha rovinato con la droga. Mi spiace abbia pagato con la vita, ma se l’è cercata“, si legge in un parte del testo della missiva, indirizzata a Giovanni Cucchi, il padre di Stefano. Subito dopo le rivelazione dei verbali di Tedesco si era innescata una nuova polemica con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che in passato aveva pesantemente criticato un post della Cucchi. Il responsabile del Viminale – che in molte occasioni aveva dichiarato che gli era difficile pensare a un pestaggio – aveva invitato la famiglia Cucchi ad andare al ministero, ma Ilaria – memore delle parole del leader leghista sul caso del fratello – aveva respinto l’offerta in attesa delle scuse. 


Nei giorni scorsi Ilaria Cucchi era stata a colloquio con la ministra della Difesa Elisabetta Trenta e con il comandante generale dei carabinieri, Giovanni Nistri. Ma a ventiquattro ore dal faccia a faccia aveva dichiarato: “Dal generale Nistri mi sarei aspettata non dico delle scuse, perché avrebbe potuto essere per lui troppo imbarazzante, ma certo non 45 minuti di sproloquio contro Casamassima, Rosati e Tedesco, gli unici tre pubblici ufficiali che hanno deciso di rompere il muro di omertà nel mio processo”. Riccardo Casamassima e la moglie, Maria Rosati, sono i due carabinieri che con le loro dichiarazioni hanno permesso la riapertura del processo. Davanti ai giudici avevano raccontato di avere subito conseguenze sul lavoro per avere parlato del pestaggio di Cucchi. Vicende che Casamassima ha ripercorso in un’intervista al fattoquotidiano.it. Francesco Tedesco, invece, è uno degli imputati del procedimento in corso: dopo aver  accusato del pestaggio di Cucchi i coimputati Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro si è trasformato in un testimone chiave. Contro cui si è scagliata la difesa di un altro imputato nel processo.