Televisione

I Medici, la fiction torna su Rai1. Tra morti impossibili e una Firenze inventata: tutti gli errori della prima serie

La speranza è che nella seconda stagione che sta per cominciare certi sfondoni non si manifestino con la stessa frequenza. Ma già il trailer non promette bene...

Ancora pochi giorni e la seconda stagione della serie televisiva I Medici andrà in onda su Raiuno. Saranno di nuovo otto episodi in quattro prime serate. La prima stagione, due anni fa, ebbe un discreto successo di pubblico, con uno share tra il 31 per cento del secondo episodio e il 24 del penultimo. Anche la critica oscillò tra chi aveva apprezzato il tentativo di avvicinare la storia al pubblico televisivo – e per di più con storie ambientate in scenari tra i più ambiti a livello mondiale – e chi invece aveva criticato la produzione, rea di aver falsificato la storia, rendendo vano il tentativo di far svolgere alla tv quel ruolo educativo che tanti ancora auspicano.

E in effetti la prima stagione – che fa riferimento a fatti avvenuti intorno agli anni Trenta del Quattrocento – fu costellata di inesattezze, errori, lacune, talvolta inutili (anche ai fini di rendere più appassionante una fiction), se non proprio gravi. Ancora oggi non è ben chiaro se la coproduzione italo-inglese abbia potuto contare almeno sulla collaborazione di uno o più esperti in storia medicea, sì da evitare brutte figure soprattutto in patria. Perché la storia romanzata non è certo una novità, ma quando tra sviste e cantonate quel che si racconta è pura invenzione, le strade sono due: o si avverte chiaramente lo spettatore che trattasi di storie di fantasia, oppure l’intervento di un organo di tutela dell’immagine e della storia di Firenze sarebbe non solo auspicabile, ma necessario.

Già nella sigla della prima stagione, dopo pochi secondi, andò in onda la prima inesattezza che denotò l’inesistente rispetto per la verità storica. Scorrevano infatti le immagini di sculture, bassorilievi e monete e su una di queste compare lo stemma Medici con le tradizionali sei palle (anche se all’inizio erano addirittura otto). Solo che quella centrale, in alto, recava gli altrettanto consueti tre gigli di Francia; peccato che questo inserimento araldico avvenne solo nel 1465, con la concessione di Re Luigi XI a Piero de’ Medici (detto il Gottoso), figlio di Cosimo il Vecchio, l’anno dopo che questi morì.

Un altro sfondone si trovava al termine della sigla, quando si ammira il panorama di Firenze, con l’Arno – in basso a sinistra – attraversato dal Ponte Vecchio così come lo vediamo noi oggi, cioè con il Corridoio Vasariano, l’attraversamento aereo voluto da Cosimo I e quindi costruito nel 1565, cioè 135 anni dopo l’anno in cui la storia medicea inizia a dipanarsi nella fiction. Altri due errori, grossolani, riguardarono i primi minuti dell’episodio di apertura della serie: Giovanni di Bicci – padre di Cosimo il Vecchio – ammira Firenze e esclama “Quanta bellezza!”, ma vede anche la cupola della Cappella dei Principi di San Lorenzo, che sarebbe stata visibile solo intorno al 1620, cioè quasi due secoli dopo.

Per non parlare della morte dello stesso Giovanni di Bicci: nella fiction muore avvelenato mangiando dei chicchi d’uva. A dire il vero del padre di Cosimo il Vecchio si sa ben poco, ma la data della morte è nota: 20 febbraio 1429. Ecco: di certo nei filari di vigne intorno a Firenze il 20 febbraio di uva non ce n’era più… Forse per la produzione televisiva creare un parallelo mentale tra la storia della Toscana e l’uva, la cui immagine rimanda al vino, può avere degli effetti benefici. Ma questi son tutti da dimostrare e comunque falsificano la storia. Perché se fosse morto mangiando una zuppa di verdure, forse il parto di fantasia (giacché non è nota la causa mortis di Giovanni di Bicci) sarebbe stato più accettabile.

La prima stagione della serie è poi proseguita attraverso molte altre inesattezze, fino al più grande errore, ovvero la morte – apparentemente senza eredi -di Lorenzo de’ Medici, fratello di Cosimo il Vecchio. Ebbene questi era il fratello minore di Cosimo il Vecchio e, nella realtà, non solo morì nel 1440 (quindi ben dopo il periodo in cui passa a miglior vita nella fiction), ma fu anche il bisnonno di Giovanni delle Bande Nere, ovvero il padre di Cosimo I, primo dei sette granduchi di casa Medici. Insomma da Lorenzo (fratello di Cosimo il Vecchio) dipende tutto il ramo cadetto (detto Popolano) dei Medici che mantennero il potere fino al 1737, cioè alla scomparsa di Gian Gastone, ultimo granduca mediceo. Aver scelto di farlo morire trafitto da una spada in carcere (quando invece chiuse gli occhi nella Villa di Careggi) e per di più senza eredi ben individuabili, pare una libertà romanzesca ai limiti della decenza.

La speranza, evidentemente, è che nella seconda stagione che sta per cominciare certi errori non si manifestino con la stessa frequenza e che si abbia un po’ più di rispetto della verità nel trattamento degli anni di Lorenzo il Magnifico. Questo è l’ovvio auspicio. Però nel trailer che già da qualche giorno va in onda, a un certo punto appare un ponte – non esistente nella realtà, bensì frutto di un’elaborazione digitale – che somiglia tanto a Ponte Vecchio, con tanto (di nuovo) di Corridoio Vasariano. Sarebbe l’ennesima fake: Lorenzo il Magnifico morì nel 1492, ovvero 83 anni prima che il percorso privato dei Medici da Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti fosse costruito. Ma cosa vuoi che sia… È la fiction, bellezza!