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Manovra, Di Maio: “Domani Def alle Camere. Non arretriamo di un millimetro e se necessario spieghiamo nelle piazze”

La nota di aggiornamento al Def? La stiamo mettendo a punto per mandarlo domani alle Camere. Lo abbiamo comunque approvato entro il 27 settembre. Per quanti anni i governi precedenti sforavano quella data? In quei casi non saliva lo spread? La crescita del Pil al 2% nel 2019 è alla nostra portata”. Lo annuncia ai microfoni di “Non stop news”, su Rtl 102.5, il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, che commenta anche l’ultimo audio diffuso di Rocco Casalino: “Penso che le sue scuse siano sicuramente da apprezzare rispetto a un audio che era privato. Le scuse erano doverose. Ma è lecito e corretto che i giornalisti, nell’ambito di un normale lavoro con un ufficio stampa, molto spesso ‘off’, tirino fuori questo audio? Lo chiedo all’ordine dei giornalisti, a cui tra l’altro sono iscritto, e chiedo se è deontologicamente corretto”.

Poi si sofferma sulla manovra: “Qualcuno sta sperando che il governo possa tornare indietro. Tornare indietro da quel 2,4% di deficit significa dire agli italiani: non andate più in pensione, non vi alziamo più le pensioni minime, non risarciamo i truffati delle banche, non facciamo più il reddito di cittadinanza. Noi non arretriamo di un millimetro e se ce ne sarà bisogno, spiegheremo questa manovra nelle piazze, perché io voglio spiegare agli italiani che questa manovra favorirà la crescita e ripagheremo il debito. Ci siamo impegnati a mantenere il deficit al 2,4% per tre anni. Ci accusano di essere spendaccioni” – continua – “ma i governi precedenti hanno fatto anche il 2,5% e il 3% di deficit. Perché quando questo governo fa il 2,4% inizia la guerra da parte delle istituzioni europee? Non c’è nessun complotto da invocare sulla Ue, però gli attuali componenti della Commissione europea non vengono da Marte, sono parte di partiti politici. E che Macron, Merkel, tutti i vari Renzi e Gentiloni sperino che questo governo cada è una cosa assodata. Il punto è che non devono fare colpi bassi con queste dichiarazioni che, guarda caso, arrivano dopo che hanno realizzato che lo spread non stava salendo”.
E aggiunge: “Noi non vogliamo uscire né dall’euro, né dall’Europa. L’unica cosa cui si aggrappano le forze politiche italiane ed europee contro questo governo è lo spread. Noi stiamo aiutando le persone a riavere i diritti sociali e loro ci combattono con la storia dello spread. Questo è un governo compatto. Da quel 2,4% non si torna indietro. Già nella legge di bilancio, come avevo promesso, ci saranno 3 miliardi sull’Ires per tutte le aziende che assumono a tempo indeterminato, cioè faremo uno sconto importante sulle tasse perle aziende che fanno contratti a tempo indeterminato”.

Il ministro del Lavoro puntualizza sul reddito di cittadinanza: “Non puoi assolutamente licenziarti dal lavoro per prendere il reddito. Voglio anche che questi soldi si spendano nei negozi italiani e debbano restare sul territorio italiano. Utilizzo anche io Amazon, però se cominciamo a usare quei soldi per i marketplace che hanno conti e server all’estero, non facciamo girare l’economia italiana e soprattutto non si favorisce la crescita. Inoltre, il reddito di cittadinanza andrà solo a cittadini italiani residenti in Italia da almeno 10 anni”.

Alla domanda di uno dei conduttori che gli chiede se si fida del Ragioniere Generale di Stato, Daniele Franco, il ministro M5s risponde: “Lui deve preparare una nota di aggiornamento al Def sulla base di input politici. In queste ore, noi e la Lega ci stiamo rileggendo tutto quello che è stato scritto, perché deve essere in linea con il contratto di governo. Il problema è che in tutti questi anni la cosa sbagliata, motivo per cui io rileggo sempre tutto, è questa: prima si affidava solo ai tecnici la redazione di queste misure. E quindi loro erano anche abituati a lavorare così. Tutto va controllato con un vaglio politico perché ci dobbiamo riappropriare del potere democratico e sostituirlo al potere tecnocratico. Non posso dire che non mi fido di Franco ma non posso neanche dire che sia il mio migliore amico perché l’ho incontrato soltanto una volta”.

Di Maio chiosa sul presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “E’ presente nella misura delle sue prerogative. In questo periodo non ho avuto né notizie, né la sensazione di vederlo sconfinare dalle sue prerogative e dai suoi poteri