Società

Come diventare razzisti in sei mosse. E senza nemmeno accorgersene

di Maurizio Donini

Molti si stupiscono per come il nostro Paese abbia preso una china totalmente contraria ai principi di accoglienza e socialità che hanno contraddistinto il popolo italiano nei secoli, da essere famosi per la nostra ospitalità e umanità siamo diventati il simbolo dell’inumanità. Ma come è possibile che sia avvenuto questo cambiamento all’improvviso?

Il primo errore è pensare che tutto ciò sia avvenuto “improvvisamente“, la manipolazione delle masse è una scienza che si fonda su solidi principi e viene attuata in maniera ordinata e possibilmente impercepibile. Il fenomeno è stato oggetto di studi e approfondimenti e possiamo individuare alcuni sistemi decisamente efficaci per far diventare accettabile oggi ciò che non lo era fino a poco tempo fa.

Uno dei primi parametri è individuare il momento ideale, la finestra temporale che permette un cambiamento nelle masse. Joseph Overton era un sociologo, vice presidente del Mackinac Center for Public Policy – famoso istituto di ricerca sulle politiche pubbliche – deceduto a soli 43 anni in un incidente aereo. Dimostrò come il cambiamento nell’opinione pubblica possa avvenire senza rendersene conto. I suoi studi arrivarono così a definire quella che è conosciuta come la “Finestra di Overton”, una finestra di opportunità che in un determinato momento concede la possibilità di far diventare accettabile ciò che non lo era.

Secondo Overton il fenomeno avviene in sei passaggi conseguenziali:

1. Impensabile

2. Radicale

3. Accettabile

4. Razionale

5. Diffusa

6. Legalizzata

Non siete convinti? Pensate come fosse vietato e addirittura punito dalla legge ciò che oggi è normalmente accettato e presente nella società: l’omosessualità, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, la legalizzazione delle droghe, l’aborto, guerre fatte passare per missioni di pace. Seguendo questi esempi potete facilmente vedere come idee allo stato iniziale di “impensabili” siano diventate, passo dopo passo, impercettibilmente, “legalizzate”.

L’omosessualità era considerata una malattia fino al 1973, anno in cui l’Apa (Associazione degli Psicologi Americani) la derubricò dal suo manuale diagnostico, seguita a ruota dall’Oms. Ora è stato reso legale anche il matrimonio, una serie di passaggi successivi hanno portato in pochi decenni a un cambiamento epocale nella percezione sociale del fenomeno.

Negli Usa, l’Apa aveva ridefinito la pedofilia come un “orientamento” sessuale e non un disturbo del comportamento, travolta dalle critiche è dovuta tornare sui suoi passi. Ma non del tutto, venne istituita una differenziazione tra “pedofilia” e “disordine pedofiliaco”, tra l’attrazione verso i bambini (che viene ritenuta un orientamento) e un’attrazione patologica, distinzione molto vaga che non cambia la sostanza della manovra di riposizionamento.

L’argomento che anima il dibattito italiano di questi tempi sull’immigrazione ne è un ulteriore esempio. Siamo passati dall’accoglienza ai respingimenti in mare quasi senza rendercene conto.

Altro esempio e tecnica di manipolazione è quella che Noam Chomsky definì il “Principio della rana bollita“. Se una rana fosse posta in una pentola con il fuoco acceso, questa sarebbe inizialmente contenta, a suo agio nell’elemento. Poi il salire della temperatura sarebbe anche gradevole, fino a che questa non salisse troppo iniziando a ingenerare malessere nel batrace. Ma se la rana sentendo l’acqua bollente al primo impatto si sarebbe ribellata saltando fuori dalla pentola, in questo caso, invece, quando questa diventa troppo calda per la sua sopravvivenza lei è già stanca, abituata pian piano al salire del disagio. A quel punto non ha più la forza di ribellarsi e rimane nella pentola a cuocere, fino a morire. La teoria risale in realtà a uno studio della Johns Hopkins University del 1882, si abituano le persone gradualmente, queste si ribellerebbero al cambiamento immediatamente se gli si proponesse qualcosa di inaccettabile, ma se le si abitua pian piano, tutto diventa accettabile.

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