Scuola

Pulizia scuole, Gallo (M5s): “Fine appalti, assumeremo 12mila bidelli”. Ma la Cgil: “Dal ministero nessuna rassicurazione”

Dopo il bando Consip truccato dai Consorzi, il durissimo parere dell’Anac e le continue proroghe del governo, il deputato cinquestelle annuncia che sarà lo Stato a gestire direttamente il servizio. La risoluzione è stata depositata in commissione, ma per l'ok nella legge di Bilancio servono le coperture. Il sindacato: "A noi il dicastero di Bussetti non ha dato alcuna rassicurazione"

Basta appalti a società esterne per i servizi di pulizia e manutenzione delle scuole. Dopo il bando Consip truccato dai Consorzi, il durissimo parere dell’Anac e le continue proroghe del governo, il deputato cinquestelle Luigi Gallo annuncia che sarà lo Stato “ad assumere più di 12mila bidelli“. “Il M5s insieme alla Lega ha depositato la risoluzione che permetterà tutto questo in pochi mesi”, ha detto il presidente della commissione Cultura della Camera. Ma, per tradurre in realtà un “cambiamento cercato da 17 anni”, come lo definisce lo stesso Gallo, bisogna trovare la quadra nella legge di Bilancio. Ed è lo stesso dicastero dell’Istruzione a non dare garanzie. Mercoledì i sindacati hanno incontrato il ministro Marco Bussetti: “Il capo di Gabinetto Giuseppe Chiné non ci ha dato alcuna rassicurazione, ricordandoci che potrebbero non esserci le coperture finanziare necessarie”, spiega Anna Maria Santoro della Cgil.

Se in commissione i deputati della maggioranza spingono per “mettere fine alle esternalizzazioni colpite da continue inchieste della magistratura, sentenze dell’Anac e dell’Antitrust, rendendo la scuola un luogo più dignitoso e pulito e facendo risparmiare allo stato 200 milioni l’anno che potranno essere reinvestiti”, a viale Trastevere il ministero di Bussetti, quota Lega, ha preso l’annuncio con molta più freddezza. “Dovrebbero mettersi d’accordo almeno su questo”, commenta Santoro. Il problema è che i soldi per le assunzioni vanno trovati in sede di discussione della legge di Bilancio, dove la lista della spesa è già lunga e ha molte priorità. Per questo, quando la Cgil ha presentato a Chinè e al ministro il suo dossier, “in cui, sulla scorta di quanto annunciato da Gallo, abbiamo sottolineato quanto sia necessario prevedere misure graduali per ricondurre questi lavoratori all’interno del sistema scolastico, scongelando i circa 12mila posti di organico accantonati“, dal capo di gabinetto non è arrivata nessuna garanzia sulla fattibilità.

La soluzione presentata da Gallo è auspicata da più parti anche per porre fine alla vicenda degli appalti finita nel mirino dell’Antitrust e dell’Anac perché tre grandi imprese hanno truccato la gara per aggiudicarsi ognuna la fetta più grande possibile di una torta da 1,3 miliardi di euro. Già nel dicembre 2014 l’authority aveva avviato un procedimento istruttorio “nei confronti delle società Cns (Consorzio Nazionale Servizi), Manutencoop Facility Management, EXITone e Kuadra per accertare se tali imprese avessero posto in essere un’intesa avente ad oggetto il coordinamento delle modalità di partecipazione alla gara comunitaria bandita dalla Consip per l’affidamento dei servizi di pulizia negli Istituti Scolastici, di ogni ordine e grado, e nei centri di formazione della Pubblica Amministrazione“.

L’Antitrust scriveva: “Dall’analisi delle offerte presentate e degli esiti della gara emergerebbe, in particolare, l’assenza sistematica di un effettivo confronto competitivo tra l’Ati (Associazione temporanea di imprese) costituito tra CNS, EXITone e Kuadra da un lato, e, dall’altro, la società Manutencoop Facility Management S.p.A., sia in termini di mancata presentazione che di scarsa aggressività delle offerte formulate in relazione ai diversi lotti”. Inutile anche l’intervento di Raffaele Cantone che a marzo 2016, aveva fatto un atto di segnalazione a Governo e Parlamento su questo tema sottolineando la necessità di intervenire al più presto con una gara. Nel 2017 la legge di bilancio (art.58 comma 6) aveva concesso l’ennesima proroga della convenzione Consip che ne sanciva la validità non per 36 mesi ma 84 complessivi, così che i contratti ancora in essere potessero proseguire fino al 30 giugno 2019. Governo e ministero avevano inserito la “clausola sociale” per garantire la salvaguardia occupazionale e salariale dei 12mila addetti.

Ora ci prova l’onorevole Gallo con il sostegno della Lega, almeno in commissione Cultura. “Seguo la vicenda da tempo – spiega l’onorevole – Questa esternalizzazione è fatta ad un costo elevatissimo. Un dato che è stato dichiarato anche in una relazione tecnica del Governo nel 2014. Inoltre non si riesce a garantire un servizio di qualità dal Nord al Sud. In passato in Veneto furono persino chiuse alcune scuole. Senza contare le vicende rilevate dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e dell’Antitrust. Non c’è più un motivo valido per tenere in piedi l’appalto più grande d’Europa che ha tutte queste ombre”.

Secondo Gallo, ci sarebbero gli spazi per trovare le coperture e i tempi per assumere queste 12mila persone entro il 2019. Non ne è certa Anna Maria Santoro: “Alla volontà politica deve seguire un tavolo con i sindacati per discutere insieme come scrivere la norma finanziaria”. Le fa eco Andrea Cuccello della segreteria confederale della Cisl che sull’assunzione dei 12mila è favorevole ma cauto: “E’ pur sempre un annuncio. La contrattazione collettiva dovrà fare la sua parte qualora si trovasse spazio nella legge di Bilancio. Potrebbe trattarsi di un inserimento graduale dei 12mila lavoratori”.