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Migranti, Macron: “Sono io l’anti-Salvini”. Il ministro: “Ipocrita, riapra i confini invece di respingere donne e bambini”

Il presidente francese: "Non cederò nulla ai nazionalisti. Se Orban e il leader della Lega vedono in me il loro oppositore, hanno ragione". Il vicepremier risponde: "Invece di dare lezioni, accolga i rifugiati come aveva promesso". E anche Calenda arriva a rimorchio: "Il capo di En Marche? Stesse zitto sarebbe meglio"

L’anti-Salvini c’est moi, assicura Emmanuel Macron. Ma che il presidente della Repubblica francese possa essere l’argine alla carica di sovranisti e populisti a 9 mesi dalle elezioni europee sembra poco probabile, per non dire che non lo pensa solo lui. La risposta al capo di Stato francese, ai minimi di popolarità in una sfida al ribasso con gli ultimi anni del suo predecessore François Hollande, arriva oggi dal ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, forte dell’incontro con il premier ungherese Viktor Orban, a Milano, faccia a faccia benedetto dalla più fiera avversaria di Macron, Marine Le Pen. “Da inizio 2017 ad oggi  – ribatte Salvini rivolgendosi all’inquilino dell’Eliseo – la Francia del ‘bravo Macron’ ha respinto più di 48mila immigrati alle frontiere con l’Italia, comprese donne e bambini. Sarebbe questa l’Europa ‘accogliente e solidale’ di cui parlano Macron e i buonisti? Al posto di dare lezioni agli altri, inviterei l’ipocrita presidente francese a riaprire i confini e accogliere le migliaia di rifugiati che aveva promesso di prendere”.

Ieri Macron, durante una visita in Danimarca, si era ritagliato il ruolo di “capitano” anti-populisti. “Hanno ragione”, aveva detto riferendosi a Orban e Salvini, a vederlo come il loro “principale oppositore”. “Non cederò nulla ai nazionalisti – aveva continuato – e a coloro che sostengono questo discorso di odio”, ha detto. “Se hanno voluto vedere in me il loro oppositore principale, hanno ragione”. “Se si ritiene che nella Francia ci sia il nemico del nazionalismo, della politica dell’odio, dell’Europa che deve pagare quello che ci piace e che non imporrebbe alcuna forma di responsabilità e solidarietà, allora hanno ragione”.

Sul dossier migratorio, un Consiglio europeo è in programma per il 20 settembre a Salisburgo. E anche in quella sede, come è già accaduto in precedenza, ci sarà una contrapposizione forte fra nazionalisti e progressisti. Proprio per questo Macron è impegnato in una visita di tre giorni in Danimarca e Finlandia, alla ricerca di alleati per costituire un ‘arco progressista’ in Europa in contrapposizione con i governi nazionalisti e populisti.

Nello scambio tra Macron e Salvini si era inserito anche l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Orban ha detto che la relazione con il nostro Governo era pessima. Su questo ha ragione. E io ne vado orgoglioso! Niente di personale, Viktor. Ma tu rappresenti l’opposto di ciò che per noi significa Europa. Tu tieniti Salvini e Di Maio, noi teniamo gli ideali di Ventotene”. In realtà anche dalle parti del Pd la stella di Macron pare già bella che spenta: Macron, secondo l’ex ministro Carlo Calenda, “è il migliore alleato di Salvini e uno dei peggiori alleati dell’Europa, stesse un po’ zitto sarebbe meglio…”.

Ma il primo test nell’Unione Europea comincia oggi, con il vertice a Vienna dei ministri della Difesa. Al centro, tra le altre cose, le proposte di modifica della missione Sophia, avanzate dalla ministra italiana Elisabetta Trenta. “Nel 2015 ci siamo assunti la responsabilità politica di far nascere” la missione Sophia, ha detto la ministra. “Allora si riteneva che l’azione in acque extra-territoriali sarebbe stata solo una prima fase. Le cose in Libia sono andate diversamente e la presenza di Sophia dura ormai da tre anni. Finora, come Italia, abbiamo da soli accolto tutti i migranti salvati. Questo non è più possibile, lo dico a nome del governo. Occorre cambiare le regole”.

“Per certi versi Sophia dimostra che l’Europa sa essere un security provider – ha proseguito la titolare della Difesa – ma penso che su Sophia si giochi l’immagine dell’Europa. Siamo aperti a tutti i suggerimenti, che riflettano il concetto secondo cui l’Europa è pronta a rispondere alle sfide che la riguardano. La nostra proposta mira ad introdurre una rotazione dei porti di sbarco e una unità di coordinamento che assegni il porto al Paese competente”.

E a parlare è anche l’Alto rappresentante della politica estera, Federica Mogherini: “A luglio e agosto abbiamo discusso alcune proposte”, dice per risolvere la questione delle regole sugli sbarchi della missione Sophia, “incluse proposte di mediazione che ho messo sul tavolo. Fino ad ora non c’è stato consenso, come sapete occorre l’unanimità. Oggi vedrò se c’è spazio e che tipo di spazio, per trovare una risposta. Questo richiede un atteggiamento costruttivo e responsabilità da parte di tutti gli Stati membri”. D’altra parte, aggiunge la Mogherini, “non si tratta di una questione che riguarda solo l’operazione Sophia, ma è molto più ampia. E’ comunque una questione che non possiamo ignorare. Oggi ai ministri chiederò una guida su come affrontare e risolverla”.