Cinema

Venezia 2018, il padrino Michele Riondino: “Salvini? Da elettore 5 stelle dico che non mi rappresenta”. Il Ministro: “Lo riporterei sulla retta via”

Non pago dei fari puntati del red carpet veneziano il ministro degli Interni ha twittato nuovamente dopo una giornata: “Il “padrino” della Mostra del Cinema di Venezia, tal Michele Riondino qui in compagnia della tranquilla Asia Argento, si dichiara “contento di non incontrare Salvini”. Invece lo incontrerei volentieri"

No Salvini? No Party! Non sembra esserci pace. Da quando è ministro degli Interni, Matteo Salvini appare con una dichiarazione, un tweet, un cenno del capo, ovunque. Stavolta è il turno del festival di Venezia 2018. E la tavola imbandita per l’ennesima affermazione social gliel’ha offerta Michele Riondino, colui che ha fatto da padrino (ma qui c’è anche chi dice “madrino”) di Venezia 75. Sbarcato al Lido un paio di giorni fa, l’interprete de Il giovane Montalbano, sostenitore del Movimento 5 Stelle da tempo, è stato polemicamente lapidario: “Salvini non mi rappresenta e non rappresenta la maggioranza di quelli che hanno votato 5 Stelle. E lo dico da elettore dei 5 Stelle. Chi ha votato 5 Stelle non si sarebbe mai messo con la Lega”.

A stretto giro ecco il tweet del leader leghista: “Dopo Asia Argento, Roberto Saviano, Gemitaiz e Fabrizio Corona, adesso mi attacca il prode Michele Riondino. Che bella compagnia! E che tristezza usare il palcoscenico di una Festival (che prende milioni di euro di contributi pubblici) per fare politica… Il cinema e Venezia sono ben altro, per fortuna”. Non pago dei fari puntati del red carpet veneziano il ministro degli Interni ha twittato nuovamente dopo una giornata: “Il “padrino” della Mostra del Cinema di Venezia, tal Michele Riondino qui in compagnia della tranquilla Asia Argento, si dichiara “contento di non incontrare Salvini”. Invece lo incontrerei volentieri, sono curioso e testardo, nella speranza di riportarlo su retta via”. La foto con la Argento e Riondino a corredo del tweet ministeriale è tratta da Gli sfiorati, il film diretto da Matteo Rovere nel 2011. Anche se qualche dubbio sul senso di questo secondo tweet “cinefilo” del politico leghista non è molto chiaro: lavorare in un film con Asia Argento è un marchio d’infamia?