Cronaca

Avellino, il comune cerca tecnici “a titolo gratuito” per la verifica di un ponte

Nella lettera inviata il 20 agosto - 6 giorni dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova - l'amministrazione chiede agli enti destinatari di indicare un tecnico "che abbia maturato esperienza nel settore". Il presidente dell'ordine degli Architetti della provincia Erminio Petecca: "Mortificazione della professionalità"

L’amministrazione del comune di Avellino richiede personale tecnico per la verifica del “Ponte della Ferriera“. Personale, però, a titolo gratuito. Lo si legge in una lettera, firmata dal sindaco Vincenzo Ciampi, indirizzata al Genio Civile, al comando dei Vigili del Fuoco, all’ordine degli Ingegneri e a quello degli Architetti di Avellino e a quello dei Geologi della Campania e alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. E il presidente dell’ordine degli Architetti di Avellino Erminio Petecca parla di “mortificazione della professionalità”.

L’obiettivo dell’amministrazione è creare una commissione che proceda al controllo dell’efficienza dello storico ponte. Per questo ai vari destinatari è richiesto di indicare un tecnico “che abbia maturato esperienza nel settore disponibile a far parte, a titolo gratuito, della commissione” e “nello spirito di  collaborazione che da sempre contraddistingue codesti Enti”. “La lettera è stata inviata ieri, 20 agosto”, conferma a IlFattoQuotidiano.it l’ingegner Luigi Angelo Maria Cicalese, dirigente del settore lavori pubblici al comune. Ovvero sette giorni dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, e nove giorni dopo la riapertura dello stesso Ponte della Ferriera. Quest’ultimo, infatti, è stato riaperto solo l’11 agosto, dopo quasi un anno di lavori e controlli.

La prima risposta è arrivata dall’ordine degli Architetti di Avellino, che per mano del presidente Erminio Petecca, si dice disponibile al confronto “in termini istituzionali, per la risoluzione dei problemi della città”, ma declina l’offerta di lavoro gratuito. “Non possiamo farlo in quanto viola le regole della nostra deontologia“- si legge nella lettera di risposta – dal momento che l’ordine da anni si batte per “il riconoscimento dell’equo compenso e contro la mortificazione della personalità dell’architetto”.