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Scuola: la storia di Prisca, che in Tanzania insegna ai bambini disabili come aver coraggio

Quando Ibo Italia mi chiese di disegnare Prisca non potevo immaginare che la sua storia mi avrebbe insegnato più di quanto lei faccia con i suoi allievi.

“Avevo 4 anni e mi sono ammalata di poliomielite e non sono più riuscita a camminare da sola. Il mio fedele bastone mi accompagna sempre da quando avevo 5 anni. Ho dovuto combattere tanto con mia madre (che non accetta la disabilità della figlia, nda) che mi proibiva di andare a scuola“.

Prisca ha la mano callosa nei punti di presa del bastone, una presa salda come la determinazione e la volontà di chi vive in salita. A 11 anni, mentre sta cucinando, si ustiona con una pentola d’acqua bollente al braccio destro: la ferita le impedisce di andare a scuola per tre mesi. Finite le scuole primarie, ricomincia la battaglia con sua madre per continuare a studiare. Ma sono anni difficili. I compagni non la coinvolgono nei giochi e le affidavano compiti pesanti, come fare le pulizie o andare a prendere l’acqua al pozzo. È isolata.

Ci vuole coraggio: si diploma e ottiene l’abilitazione all’insegnamento. La madre continua a opporsi, perché il posto di Prisca è “a casa”. Il giorno in cui la madre è assente, Prisca fugge con un po’ di farina, qualche pentola, un piatto, il suo materasso e arrivata in seminario inizia a insegnare dal giorno dopo. Nel 2002 diventa insegnante di ruolo e mamma, ma pochi anni dopo la madre di Prisca di ammala e lei corre a trovarla. La madre le chiede scusa, poco prima di morire, per “avere pensato tutta la vita che una figlia con disabilità fosse un peso e non un aiuto”.

Oggi Prisca insegna con l’aiuto di IBO Italia e insegna ai bambini disabili ad avere coraggio. Vuoi mai che possa insegnare anche a chi cammina “solo con le gambe” e senza bastone.