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Migranti, Emiliano: “Ignobile strumentalizzazione. Incredibile che il governo permetta a Salvini di non fare il ministro”

Migranti morti in mare? Condivido tutto quello che ha detto Fratoianni. C’è una ignobile strumentalizzazione di un problema che non può essere fermato, ma solo regolato, come tutti i flussi inarrestabili, e che viene utilizzato ai fini di propaganda politica“. Sono le parole del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ospite di Omnibus, su La7. E ricorda: “Lasciare in mare chi attende un soccorso, dal punto di vista giuridico, può essere un vero e proprio reato, perché può determinare la morte di qualcuno. Se non intervengo immediatamente, secondo le regole della normale prudenza, per salvare la vita di qualcuno e quella persona ci rimette la vita, è evidente che ho compartecipato alla morte di quella persona. Ed è una compartecipazione non politica, ma giuridica”. Il politico dem aggiunge: “E’ incredibile che un governo consenta a un ministro dell’Interno di non fare il ministro dell’Interno, ma gli permetta di continuare una propaganda politica infinita e di farla sulla pelle dei migranti. Ma è indubbio che serva un impegno europeo complessivo”. Emiliano spiega la gestione della migrazione di cittadini albanesi in Puglia, dal 1991 in poi: “Consentimmo ai nostri fratelli e sorelle albanesi di fare un biglietto, di salire su un traghetto e di arrivare in Italia liberamente, sottraendoli così alla criminalità organizzata. All’epoca ero magistrato e con questo sistema abbiamo cominciato a controllarli, sapevamo chi arrivava, prendevamo le impronte digitali, collaboravamo con la polizia albanese e nella normalità della vita quotidiana abbiamo gestito quel flusso migratorio. Adesso, incredibile a dirsi, l’Albania è il Paese dove gli italiani vanno per tentare di salvare le proprie aziende, mentre noi siamo in una crisi economica molto forte”. Poi chiosa: “L’idea “Salviamoli a casa loro” è una balordaggine. Noi non dobbiamo salvare nessuno, ma consentire alle persone, come è loro diritto naturale, di muoversi liberamente e pretendere ovviamente che il migrante che arriva rispetti le nostre leggi”.