Società

Migranti e donne in testa alla classifica dell’odio via Twitter: “Stranieri colpiti dal linguaggio politico dell’ultimo anno”

Lo dice Marilisa D’Amico, costituzionalista, docente e co-fondatrice di Vox, l'osservatorio sui diritti che poche settimane fa ha pubblicato un dossier sui tweet più violenti in circolazione sul social network. L'istituto fa notare che "gli italiani sono quelli che odiano di più i rom in Europa". Il disprezzo verso gli immigrati si alimenta delle notizie sugli sbarchi. Quanto al genere femminile, il caso Weinstein ha dato il via a un trend negativo di commenti

Più di un italiano su tre twitta il suo odio contro migranti, ebrei e musulmani. L’intolleranza verso la straniero aumenta di giorno in giorno. Ma non solo. Le donne restano la categoria più colpita dagli haters. E’ quanto emerge dal rapporto di “Vox”, pubblicato a fine giugno. Si tratta dell’osservatorio sui diritti nato grazie ad un gruppo di costituzionalisti, medici, avvocati, giornalisti, sociologi e antropologi che da tre anni in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, il dipartimento di psicologia dinamica e clinica della facoltà di psicologia della Sapienza di Roma e quello di informatica dell’ateneo di Bari, mappano l’odio online monitorando Twitter.

Una scelta, quella di questo social, dettata dal fatto che il re-twittare “dà l’idea – spiegano i ricercatori – di una comunità virtuale continuamente in relazione, l’hashtag offre una buona sintesi del sentimento provato dall’utente” e inoltre vi è la possibilità di geolocalizzare. Quest’anno la ricerca ha preso in esame 6.544.637 cinguettii rilevati tra maggio e novembre 2017 e tra marzo e maggio 2018 evitando il clou della campagna elettorale ma prendendo in considerazione il periodo di formazione del Governo a partire dal giorno dopo le elezioni.

Un tempo “caldo” durante il quale il termometro dell’odio nei confronti dei migranti ha registrato un balzo di quattro punti nel giro di pochi mesi: nel 2017 i tweet contro gli stranieri sono stati il 32,45% del totale, nel 2018 si è arrivati al 36,93%. “Nella fase post elettorale abbiamo registrato un netto aumento di quattro punti percentuali rispetto alla categorie xenofobia, migranti e islamici. In modo particolare tra marzo e maggio quest’ultimi hanno subito un incremento di tweet d’odio di quasi il 3%. Un’intolleranza che è legata agli sbarchi”, spiega Cecilia Siccardi, ricercatrice di Vox.

I risultati presentati dall’Osservatorio sono sconfortanti: i tweet negativi sono stati 547.151. Gli italiani ce l’hanno soprattutto con i musulmani: nel giro di un anno i tweet contro le persone di fede islamica sono quasi triplicati (nel 2016 erano 22.435, nel 2017/2018 sono diventati 64.934). L’islamofobia dilaga e polarizza l’Italia: da Torino al Veneto, da Firenze a Bari. Sulla mappa termografica spuntano soprattutto Napoli e dintorni. “Da notare, tuttavia , che spesso si twittano parole d’odio e discriminazione – spiegano i ricercatori – dove minore è la presenza di islamici”. L’insulto maggiore è “terrorista”, a seguire “marocchino” usato genericamente per ogni persona indipendentemente dalla provenienza, “jihadista” e “tagliagole”.

I tweet anti-immigrati sono passati da 38 mila a 73.390. Per loro i violenti da tastiera destinano le parole: negro, zingari, terrone. D’altro canto – ci ricorda l’Osservatorio – gli italiani sono quelli che odiano di più i rom in Europa. In questo caso sulla mappa termografica il “rosso” si registra a Milano, Napoli, Firenze, Roma, Bologna, Torino e Genova. Un odio che si alimenta delle notizie sugli sbarchi. Vox ha osservato che i tweet intolleranti raddoppiano in determinati momenti. E così scopriamo che mentre 126 migranti morivano il 19 giugno 2017, gli italiani vomitavano parole d’odio facendo registrare un picchio nella “sentiment distribution” superata solo dalla notizia l’8 marzo scorso di nuovi sbarchi in Puglia con l’arresto di tre scafisti.

“Non c’è alcun dubbio che queste categorie – spiega al FattoQuotidiano.it Marilisa D’Amico, costituzionalista, co-fondatrice di Vox, e ordinario di diritto costituzionale all’Università degli Studi di Milano – sono state colpite dal linguaggio politico di quest’ultimo anno”. La categoria dei migranti, in generale, è la seconda più colpita dopo le donne con un’impennata in quest’ultimo anno: si passa dai 284.634 tweet negativi registrati nel 2016, ai 326.040 del periodo 2017/ 2018 assegnando loro il triste podio della categoria più colpita. L’unica consolazione è un calo osservato nel 2018: gli haters in quest’ultimi mesi hanno avuto altri bersagli.

Le città dove si concentra maggiormente il fenomeno di aggressività contro il genere femminile sono Milano, Venezia, Torino ma anche Palermo. L’insulto maggiore è “puttana” seguito da “cesso”, “troia” e “porca”. E anche in questo caso i picchi vanno di pari passo con la cronaca. Da notare l’effetto Weinstein: quando il 10 ottobre 2017 è scoppiato il caso, la linea del grafico che registra l’affolamento dei cinguettii negativi ha avuto un’impennata. Infine l’ultimo Sos è nei confronti degli ebrei: i tweet contro di loro sono passati dai 6.700 nel 2016 ai 15.400 nel 2017/2018. “Si tratta di una tendenza che, come dimostra l’analisi dei picchi di intolleranza, si lega a fenomeni di antisemitismo agiti in tutta Europa ma a ottant’anni dalle Leggi razziali ci sono delle assonanze stridenti rispetto al tempo del fascismo”, spiega D’Amico.

Unico trend in miglioramento è la diminuzione dell’odio online nei confronti degli omosessuali: dai 35.000 registrati nel 2016, si è passati ai 22.000 nel periodo 2017/ 2018. “La decrescita dei tweet omofobi potrebbe essere una conseguenza dell’approvazione della legge Cirinnà sulle unioni civili e del cambiamento culturale in atto nel Paese nei confronti delle persone omosessuali. La Legge sulle unioni civili – dice la costituzionalista – è servita a sdoganare il tema e a creare una maggiore tolleranza. Forse anche l’approvazione dello Ius Soli sarebbe servita a mitigare l’intolleranza che si respira oggi nei confronti dei migranti”.

(Nota di redazione – L’articolo era in una prima versione corredato da una fotografia raffigurante un gruppo di persone che nulla hanno a che vedere con il contenuto. Si trattava di un’immagine generica, così come l’attuale. E ci scusiamo con chi si è sentito chiamato in causa riconoscendosi nell’immagine)