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Decreto dignità, Berlusconi: ‘Contro le aziende, il peggio della sinistra dirigista’. Di Maio: ‘No, contro le lobby care a sue tv’

L'ex Cavaliere scrive al Corriere della Sera per demolire il primo atto del governo Lega-M5s e per farsi portavoce degli imprenditori. Il capo politico dei 5 stelle replica su Twitter. Uno scontro a due che però rivela i malumori dentro il centrodestra sulla tenuta al Nord. Il Carroccio ha già chiesto che siano fatte modifiche in Aula

Silvio Berlusconi contro il decreto Dignità perché “danneggia gli imprenditori” ed è “simbolo dell’ideologia della sinistra dirigista”. L’ex Cavaliere e leader di Forza Italia, in una lettera al Corriere della Sera, ha attaccato e demolito il primo provvedimento dell’esecutivo che porta la firma di Luigi Di Maio: “Sono molto preoccupato”, si legge. “Il governo Conte-Di Maio-Salvini ha mostrato il suo vero volto”. Gli ha replicato il vicepremier M5s su Twitter: “E’ preoccupato? Forse perché abbiamo tutelato gli interessi delle fasce più deboli e non quelli delle lobby del gioco d’azzardo tanto care alle sue tv. Se ne faccia una ragione, noi continueremo a lavorare nell’esclusivo interesse delle famiglie”. E’ solo l’ultima di una serie di puntate di botta e risposta a distanza tra l’ex Cavaliere e il capo politico 5 stelle: il primo accusa il governo di aver danneggiato gli imprenditori, di cui rivendica di essere il primo dei rappresentanti, il secondo risponde che è come al solito “una questione di difesa degli interessi personali”. E soprattutto accusa Berlusconi di arrabbiarsi perché dopo lo stop alle pubblicità del gioco d’azzardo, previsto nel decreto Dignità, hanno colpito le lobby “care a Mediaset”. Ma questa volta non è solo un problema di divergenze di idee tra i due. Il provvedimento, approvato nei giorni scorsi dal consiglio dei ministri, ha sollevato non poche preoccupazioni in casa del centrodestra proprio per le misure che riguardano il lavoro: la Lega ha già chiesto che siano fatte delle modifiche in Aula e Di Maio ha replicato chiedendo che non venga annacquato. Insomma è chiaro a tutti che, se lo spirito “è dichiarare guerra al precariato”, si rischia di scontentare il tanto caro universo delle aziende.

La lettera di Berlusconi al Corriere è la prova di un malumore che cresce da alcuni giorni, soprattutto in casa di Forza Italia. “Sono molto preoccupato”, ha esordito l’ex Cavaliere. “Con il cosiddetto Decreto dignità il governo Conte-Di Maio-Salvini ha mostrato il suo vero volto. Questo forse è un bene, perché apre gli occhi a quanti fino ad oggi si erano illusi, anche fra gli elettori di centrodestra. Ma è certamente un male per le imprese, per i lavoratori, per l’occupazione, per i veri e propri drammi sociali che l’Italia deve affrontare”. Secondo Berlusconi c’è una parte dell’elettorato di centrodestra che si era illuso questo governo potesse dare risposte e che ora invece si trova ad aprire gli occhi: “Molti elettori hanno dato fiducia ai partiti dell’attuale maggioranza proprio perché speravano che facessero qualcosa per dare una risposta a questi problemi. Ora la prima risposta è arrivata, e non solo non risolve nulla, ma al contrario aggrava le difficoltà di famiglie e imprese. Quelle che il governo ha varato, sono norme che scontentano tutte le categorie produttive, chi lavora e chi crea lavoro, scontentano in particolare quel mondo di piccoli e medi imprenditori professionisti che ha avuto la forza di sopravvivere senza reti alla crisi partita nel 2008-2009 e che ha salvato l’Italia. Questo decreto sembra fatto contro di loro”. Quindi l’attacco diretto al vicepremier: “Di Maio vuole regolare per decreto una cosa che non ha mai conosciuto. Non avendo idee originali rispolvera ricette già fallite. Sembra incredibile ma il ministro del Lavoro ripropone nel 2018 soluzioni vetero-comuniste già sconfitte nel ‘900 e alle quali non credono più nemmeno i sindacati seri”. Per Berlusconi “è un errore clamoroso”. Perché “chi ha scritto il decreto certo non conosce l’economia reale come chi lavora e chi fa impresa”. E ancora: “La misura non riduce la flessibilità ma riduce i posti di lavoro e scoraggia i contratti regolari a favore del lavoro nero”.

Il leader cerca di tornare sulla scena riprendendo i panni mai dismessi di imprenditore: “Ho fatto l’imprenditore per gran parte della mia vita, e so quello che le imprese si aspettano dallo Stato”. “Il modello che i 5 stelle vorrebbero imporre è rigido, burocratico e ottocentesco. Le imprese che volessero assumere non sono messe in condizione di farlo”. Quindi Berlusconi conclude: “L’ideologia della sinistra dirigista, che è proprio quella che ha ridotto l’Italia nelle condizioni di oggi, si ripresenta nella sua veste peggiore. Gli imprenditori sono visti come pericoli pubblici da sorvegliare e punire”. Quindi annuncia che “noi di Forza Italia”, “faremo di tutto alle Camere per opporci a questo disastro“. Alle lamentele di Berlusconi si sono associati i vari big di Forza Italia. Tacciono per il momento i leghisti, che comunque non hanno nascosto l’intenzione di rivedere alcuni passaggi del testo. Quello che preoccupa, tutte le parti in causa, è riuscire a mantenere saldo con il mondo delle imprese.