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Skripal, una coppia esposta a sostanza sconosciuta vicino a dove fu avvelenato l’ex 007: indaga l’Antiterrorismo

Un uomo e una donna trovati senza conoscenza in una casa di Amesbury, nel sud - ovest dell'Isola: è distante soltanto 13 chilometri da Salisbury, dove l’ex spia russa e la figlia Yulia furono colpiti proprio con il gas nervino il 4 marzo scorso. Le condizioni dei due sono definite "critiche" mentre campioni della sostanza che avrebbe avvelenato la coppia al laboratorio militare di Porton Down. il governo ha riunito il comitato Cobra, che segue le situazioni di emergenza

La minaccia del gas nervino torna a spaventare l’Inghilterra. Una coppia di quarantenni – un uomo e una donna – è stata infatti trovata senza conoscenza in una casa di Amesbury, nel sud – ovest dell’Isola: è distante soltanto 13 chilometri da Salisbury, dove l’ex spia russa Serghei Skripal e la figlia Yulia furono colpiti proprio con il gas nervino il 4 marzo scorso. Una vicenda che aveva scatenato una vera e propria crisi diplomatica tra il Regno Unito e Mosca.

In un primo momento i medici pensavano che i due quarantenni avessero fatto uso di eroina o crack e cocaina, ma poi hanno cambiato la loro diagnosi. A quel punto si è ipotizzata la pista dell’avvelenamento. A indagare su Amesbury sono quindi arrivati  gli uomini dell’antiterrorismo, mentre il governo ha riunito il comitato Cobra, che segue le situazioni di emergenza. La vicenda viene “seguita con la massima serietà”.

Al momento la polizia britannica non parla esplicitamente di gas ma solo di un “grave incidente” mentre le condizioni dei due intossicati sono definite critiche. Nella nota con cui si annuncia l’impegno degli ufficiali della polizia antiterrorismo – che stanno “lavorando con i colleghi della Wiltshire Police“- Scotland Yard ha anche spiegato che l’intervento è “di procedura” essendo stata rilevata la presenza della “sostanza sconosciuta“, facendo riferimento ai “recenti fatti avvenuti a Salisbury” nel marzo scorso. La polizia per precauzione ha transennato l’area e ha inviato campioni della sostanza che avrebbe avvelenato la coppia al laboratorio militare di Porton Down. Si tratta dello stesso laboratorio che si era occupato del caso Skripal.

Il caso Skripal –L’ex 007 russo è stato dimesso il 18 maggio scorso dall’ospedale di Salisbury. Le sue condizioni, che sembravano inizialmente irrimediabili, sono migliorate a sorpresa nelle scorse settimane: “È un’ottima notizia che Sergey Skripal stia così bene da poter lasciare l’ospedale”, aveva dichiarato la direttrice della strutturaCara Charles-Barks, precisando che l’uomo, come la figlia Yulia– già dimessa da qualche tempo – avrà comunque ancora bisogno di cure.

Chi è l’ex 007 – Skripal è un ex colonnello dell’intelligence militare di Mosca che negli anni ’90 si era venduto ai britannici. Scoperto in patria, condannato nel 2006 e infine graziato nel 2010 dal presidente russo, era stato lasciato emigrare nel Regno Unito dopo uno scambio di spie con l’occidente. Secondo le indagini condotte da Londra, che ha accusato direttamente la Russia per l’episodio, Skripal sarebbe stato intossicato con un agente nervino Novichok di ‘scuola sovietica’. L’Opac ha confermato l’utilizzo di un gas nervino e ha specificato che si tratta di una sostanza “non compatibile con quelle prodotte nei Paesi occidentali”, ma la Russia ha sempre smentito ogni coinvolgimento.

La crisi diplomatica – Dopo l’attacco del 4 marzo, nel quale era rimasto contaminato anche il poliziotto locale Nick Bailey, a sua volta già dimesso, è scoppiata una crisi internazionale, con l’espulsione di oltre 100 diplomatici russi tra EuropaCanada e Stati Uniti. Un’iniziativa a cui aveva partecipato anche l’Italia “perché vincolati dalla solidarietà atlantica, non perché noi avessimo delle lamentele su ostilità in Italia, che non ci sono state e non credo ci saranno”, aveva spiegato all’Ansa l’ambasciatore italiano a Mosca, Pasquale Terracciano. “Smarcandoci da questa iniziativa avremmo potuto guadagnare ulteriori spazi in Russia, ma non l’abbiamo fatto perché c’è stata una valutazione, legittima, sulla priorità di politica estera. Per questo parlo di un mancato avanzamento ma non di un arretramento”, ha detto ancora Terracciano.