Società

Non siamo sempre felici. Ed è giusto così

Sbagliando si impara ma, diciamolo senza timore di smentita, apprendere è un processo continuo, evitare errori non solo non è possibile ma nemmeno auspicabile se l’obiettivo finale è crescere, laddove crescere implica solo l’andare avanti con un equilibrio che consenta di affrontare la vita, tenendo testa a tutto quello che vivere comporta.

La felicità è un giocattolo per bambini, da adulti bisognerebbe capire che è un concetto il cui unico scopo è non farci prendere contatto con la vita reale, dandoci in dote frustrazione e ansia da prestazione in eccesso. Essere felici non è un diritto e nessuna legge o costituzione ci metterà al riparo dalle intemperie della vita. Ricchezza e potere non danno accesso al benessere interiore e, sebbene comprensibilmente desiderabili, chi ne ha di solito non fa altro che provare ad accumularne ancora.

Qualcosa non torna. Se non si trova un limite allo stare bene, non è di certo perché questo non esiste ma semplicemente perché lo si sposta di volta in volta, l’obiettivo diventa sempre più grande e si allontana. Le nostre capacità sono finite e non possono svilupparsi all’infinito, cosa che invece può fare il desiderio. Essere felici è una possibilità che si verifica ogni tanto, dura qualche istante o poco più, siamo in grado di riconoscere che stiamo bene solo nella misura sappiamo riconoscere quanto siamo stati male e possiamo ancora starlo.

C’è modo di stare bene, nonostante le cose non sempre vadano vorremmo, anzi è proprio quando si mette in conto che le difficoltà non mancheranno che le si affronta con lo spirito adatto, senza perdere troppo tempo a deprimersi, giusto quel tanto che basta. L’unico investimento proficuo a lungo termine che si possa fare in vita sono le relazioni, tutte, nessuna esclusa, anche quelle che consideriamo sbagliate, ci mettono a confronto con i nostri di sbagli più di quanto facciano le altre più rassicuranti.

Pensandoci bene, altro buon investimento sono i libri, leggete finché non vi si chiudono gli occhi e la curiosità ve lo consente. Se le relazioni sono rischiose, i libri possono esserlo altrettanto, ma almeno non si muovono da dove li abbiamo lasciati e non ci rispondono mai in malo modo.

Si ha bisogno delle ferite per andare avanti, è quello che rende forti e fa essere diversi. Nella nostra diversità, troviamo l’opportunità di sentirci come tutti gli altri. La contraddizione è pane quotidiano per il nostro sentire di superficie, se poi abbiamo la fortuna o troviamo il coraggio di scendere più a fondo, quello che pensavamo contraddittorio sono solo i nostri sentimenti e pensieri più autentici, crediamo sia sbagliato dare loro voce e ne paghiamo le conseguenze. Non si impongono regole, se non quelle del sentire.

Gli errori sono solo cose dotate di senso sotto mentite spoglie, bisogna dare loro il giusto tempo per fidarsi e aprirsi a noi per cosa veramente significhino.

Vignetta di Pietro Vanessi