Economia & Lobby

Governo, per convincere i creditori non bastano le buone intenzioni

Supponiamo che io abbia uno stipendio mensile pari a 1000€ e che le mie spese siano di 300€ per un mutuo di 120€ per noleggio a lungo termine di un’auto e di altre spese che variano da 500 a 650€. Ci saranno quindi alcuni mesi in cui vado in rosso in banca e altri in cui rimborso l’utilizzo dello scoperto registrando quindi un saldo che oscilla intorno allo zero. A fronte della possibilità di andare in rosso la banca mi carica una commissione di 50€ ogni trimestre, per cui in quei periodi per fronteggiare la spesa extra cerco di tirare un po’ la cinghia.

Supponiamo poi che sul giornale di quartiere io dichiari che voglio cambiare vita e che donerò ogni mese 300€ ai volontari che assistono i poveri, che cambierò auto prendendone una elettrica e ristrutturerò casa per migliorare efficienza energetica e impatto ambientale. Mentre guadagno in popolarità per i miei buoni propositi i miei creditori fanno qualche conteggio: l’auto elettrica costa 200€ al mese, la ristrutturazione comporta la sostituzione del mio mutuo un altro che costerà 350€ al mese e aggiungendo i 300€ in beneficenza si arriva 850€ al mese senza contare le altre spese.

È abbastanza evidente che per quanto il mio programma sia animato da buone intenzioni non è compatibile con le risorse a mia disposizione date dalla somma del mio stipendio e del credito che posso ottenere. Dunque lo scenario più probabile è che io non riesca a realizzarlo in pieno, ma che debba decidere quale parte è più importante e che debba anche trovare qualche voce nelle mie spese attuali che possa ridurre a beneficio del mio nuovo progetto di vita.

Supponiamo che la banca e la società di noleggio auto abbiano processi interni che implicano una valutazione periodica del profilo di rischio dei loro clienti: si tratta di regole di buona amministrazione che servono per evitare di perdere soldi in seguito all’inadempienza dei propri clienti. Come conseguenza della pubblicazione del mio nuovo programma di vita la banca decide di non consentirmi più di andare in rosso e la società di noleggio decide che non è più opportuno fidarsi di una persona che dichiara pubblicamente di far crescere le proprie uscite del 50% senza spiegare dove intende prendere i soldi.

La morale di questa favoletta è che l’ovvio vincolo di bilancio che vale per tutti (Spesa possibile = Mezzi propri + Credito ottenibile dagli altri) è particolarmente stringente per chi ha forti necessità di ricorrere al debito: la disponibilità degli altri a farci credito dipende da quanto verosimile è la nostra promessa di ripagarlo con gli interessi in futuro; un modo efficace per danneggiare la propria credibilità consiste nell’elaborare programmi di azione che siano palesemente insostenibili.

Come si applica questo schema alle recenti vicende del governo italiano? Gli Stati sovrani hanno possibilità maggiori rispetto ai comuni cittadini perché possono imporre nuove tasse e proporre la crescita delle proprie economie come garanzia per i creditori. In un post precedente ho spiegato che invece non possono creare ricchezza reale dal nulla stampando moneta e/o cancellando debito. Al netto della maggiore complessità, dovuta al meccanismo dell’emissione e rimborso di debito pubblico, il vincolo di fondo rimane: un governo che propone spese ingenti senza chiarire in che modo queste verranno finanziate, mette in allarme i creditori che possono decidere di accordare minor fiducia al Paese in questione e richiedere un rendimento più elevato per detenerne il debito.

Al netto dei passaggi politici e istituzionali (dialettica con il presidente della Repubblica sul nome di un ministro etc) per il nuovo governo si profila una prospettiva chiara: se il vincolo di bilancio di fondo, che vale per gli Stati tanto quanto i privati cittadini non verrà tenuto in debita considerazione, i creditori del nostro Paese perderanno fiducia e saranno meno disponibili a fidarsi, questo dapprima fa salire il costo del debito pubblico (paghiamo più interessi) e successivamente potrebbe addirittura limitare il nostro accesso ai mercati (nessuno compra il nostro debito): quest’ultima condizione è un requisito essenziale per il funzionamento di qualsiasi nazione moderna.

Come si può facilmente intendere la posta in gioco è molto elevata ed è opportuno tenerlo sempre presente.

@massimofamularo