Scuola

Ministro Bussetti, cinque consigli per cambiare la scuola. Da un’insegnante

di Aurora Di Benedetto

Egregio sig. ministro Marco Bussetti,
da giovane docente della scuola primaria le auguro buon lavoro e mi permetto di segnalarle qualcosa che secondo me non dovrebbe essere cambiato ma difeso e attuato e qualche cambiamento che riterrei opportuno introdurre. Quello che non cambierei sono le Indicazioni nazionali per il curricolo. Esse portano avanti un’idea di scuola moderna ispirata alle migliori e sperimentate teorie pedagogiche. Una scuola che deve porre al centro al centro il bambino rendendolo protagonista del suo apprendimento attraverso esperienze significative e la riflessione su quelle esperienze. Insomma, per farla breve, esse configurano la scuola come a mio avviso dovrebbe essere e ancora non è.

Ora mi accingo ad elencarle delle piccole modifiche nella struttura organizzativa della scuola.

 1. Sono d’accordo sulle classi con un numero di alunni non superiore a 22;

2. Due insegnanti per classe, ognuno dei quali curerà un gruppo di discipline, ma programmerà insieme al collega in modo da non dare ai bambini una visione parcellizzata della realtà.

3. Introduzione ogni 4 classi di un docente tutor avente i seguenti compiti:

a. coadiuvare i docenti delle classi nel progettare interventi di recupero e potenziamento.
b. fornire ai docenti consulenza pedagogica didattica e organizzativa.
c. accompagnare i docenti nello stabilire un rapporto corretto e collaborativo con le famiglie
d. stimolare l’innovazione metodologica e l’uso delle Tic (tecnologie che riguardano l’informazione e la comunicazione) nella didattica.

In breve, ogni docente tutor sarà responsabile di un gruppo di otto docenti di cui curerà la crescita professionale. Per acquisire il ruolo di docente tutor sarà necessario superare un corso-concorso che sarà la porta di accesso al ruolo separato di docente tutor con un aumento cospicuo di retribuzione.

4. I docenti saranno valutati ogni due anni, ad opera di una commissione formata dal dirigente scolastico e due colleghi – tra cui un rappresentante sindacale – che si baserà sulla relazione dettagliata fornita dal docente tutor e da altri accertamenti se se ne ravvisa la necessità. Tale valutazione servirà ad indirizzare il docente verso corsi di formazione obbligatoria ritenuti necessari o utili per il suo perfezionamento.

5. Possibilità di lavorare a classi aperte formando gruppi di recupero e potenziamento in cui possono essere inseriti alunni di diverse classi per cui anche di diverse età. Possibilità di organizzare laboratori in cui si utilizzi il tutoring (alunno esperto affianca alunno meno esperto) o il cooperative learning.

Organizzare gruppi di studio e di ricerca con l’adozione di specifiche metodologie per approfondire particolari aspetti, tenuto conto delle propensioni e degli stili di apprendimento degli alunni.

Buon lavoro

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