Politica

All’Italia senza governo serve un reato per gli sciacalli della democrazia

Adesso i politici – ma anche gli elettori – sono tutti “arrabbiati” con tutti (cinquestelle, leghisti, forzisti, piddini e neofascisti) sia tra di loro in ogni ordine di fattori e di alleanze, sia e ancor più tra i loro tifosi in ogni gradazione di virulenza. Perché ogni partito e/o coalizione mette ormai da due mesi i bastoni tra le ruote agli altri (e talvolta a loro stessi) per ogni possibile accordo tra alleati, avversari (incluso operatori in proprio) per la formazione di un governo serio e utile per i cittadini, invece che nell’interesse dei loro partiti, o peggio, dei loro padroni di riferimento.

Un garbuglio incredibile (e inqualificabile) che nondimeno grava ormai in modo distruttivo ed inestricabile sul normale andamento della vita politica e istituzionale italiana, a completo danno esclusivo dei cittadini che, costretti per forza di cose dalla crisi ad occuparsi esclusivamente del proprio lavoro (sempre più incerto anche a causa di questi guastatori istituzionali), hanno dovuto disinteressarsi alla guida politica e amministrativa del paese a tutto favore di questi pseudo-rappresentanti eletti in qualche modo nel Parlamento italiano.

Non credo siano necessarie particolari indagini per stabilire che l’Italia è stata, negli ultimi trenta-quarant’anni, governata malissimo sia sul piano amministrativo che politico. L’avvento di Silvio Berlusconi, e dello sciagurato berlusconismo, zeppo di interessi privati, inaccettabili soprattutto perché platealmente contrario al principio democratico che nella vita pubblica l’interesse pubblico deve sempre essere prevalente su quello privato. Questa degenerazione dal principio cardine della democrazia ha funzionato all’interno del sistema come un sottile veleno che ha corrotto e compromesso il regolare funzionamento delle istituzioni. E nel tempo stesso ha contagiato tutti, o perlomeno la maggioranza, dei politici a perseguire interessi personali e/o di partito, fino all’insopportabile risultato ora sotto i nostri occhi di politici impegnati non a servire il popolo, come sta scritto nella Costituzione e nelle semplici regole della democrazia, ma a servire se stessi o il partito di cui si sono resi servi.

Ma loro pensano di scagionarsi fingendo di lamentarsi e accusando gli altri, ben sapendo però che sono loro stessi la causa o concausa di questo maligno andazzo. Chi è responsabile se oggi, a due mesi dal voto, nessuna forza politica riesce a trovare un accordo per formare un governo per il paese? Danno la colpa, alternativamente, a Luigi Di Maio (M5S), accusato di eccessiva ambizione personale, o a Matteo Salvini (Lega), accusato di non trovare il coraggio per rompere l’accordo di coalizione con Berlusconi.

Ma c’è molto di più. Nel frattempo è entrato in campo anche il terzo asso della partita, rimasto per lungo tempo volutamente inattivo, quel jolly pigliatutto (e squassa-tutto del Pd) che dopo due mesi di finto esilio politico è ritornato sulla ribalta della politica di alto livello in tempo per bocciare qualunque iniziativa e qualunque alleanza che non abbia il suo benestare: Matteo Renzi. Avendo lui e il fido Ettore Rosato e pochi altri, il cui unico merito è aver pensato, voluto e realizzato la satanica legge elettorale “Rosatellum” che dà (ancora!) ai segretari di partito il privilegio di scegliersi “fior da fiore” i candidati preferiti. Con un trucco (inavvertibile dal comune cittadino): quello di inserire in una legge sostanzialmente “proporzionale” una clausola “maggioritaria” dando ai prediletti (fidatissimi) parlamentari uscenti un “paracadute” elettorale che consente loro, anche se “trombati” dal popolo, un ripescaggio presso altre sedi (portando così via la possibile elezione ad altri candidati locali).

Il risultato è stato che i padroni del Parlamento, cioè quelli che hanno votato a favore di questa ennesima porcata elettorale (i tre partiti della coalizione di “destra” più il Pd) agiscono oggi nella consultazione per la formazione del governo con la consapevolezza che, anche in caso di ricorso anticipato a nuove elezioni, se si farà una nuova legge elettorale saranno ancora i fedelissimi a scriverla e votarla, altrimenti saranno sempre loro ad occupare le poltrone più alte di questa morente democrazia. Dunque siamo già in una partitocrazia, a sua volta in fase di rapida degenerazione verso una oligarchia già operante sotto-traccia.

Consiglio perciò agli amici del Movimento 5 stelle, gli unici che sembrano ancora liberi dal giogo di questo liberismo schiavista e di questo modo disonesto di appropriazione del potere democratico di attivarsi per scrivere, con il supporto di qualche valido costituzionalista, una regola costituzionale che preveda per i politici il reato di tradimento dei principi costituzionali e/o democratici, la sospensione immediata da ogni incarico pubblico e dal diritto di voto (attivo e passivo) e comminando come pena il congelamento temporaneo o perpetuo della rappresentatività democratica oltre a pene pecuniarie correlate al proprio status patrimoniale.

Parlatene con la gente e contate quanti sarebbero contrari a una legge siffatta. Lo scopo non sarebbe la vendetta contro gli sciacalli, ma semplicemente la creazione di uno scudo diventato indispensabile contro il crescente numero dei parassiti della democrazia.