Società

Evasori di multe: se ‘così fan tutti’, ecco la ricetta contro i soliti furbetti

Sia ben chiaro a nessuno fa piacere pagare multe e tasse, ma vanno saldate altrimenti non si finanziano i servizi pubblici. Grande Milena Gabanelli, madre di tutte le inchieste giornalistiche più scomode, sempre contro gli affiliati “Mascalzoni Uniti” è andata a scardinare il bubbone delle multe evase. I soliti furbetti, residenti in Italia, lavorano qui ma con un trucchetto intestano l’auto a società “fantasma” in Bulgaria o in Romania. Si risparmia su bollo e assicurazione. Ma soprattutto non si pagano le multe. Sul superbollo, poi, per le auto di lusso e di grossa cilindrata si arriva a risparmiare qualche migliaia di euro.

Francesco Serao, ex presidente nazionale dei dottori commercialisti, ex consigliere nazionale della giustizia tributaria, ex vice presidente Comitato Unitario della Professioni, più altre cariche internazionali, praticamente un’autorità in materia fiscale, è stato una specie di Cassandra. Sono dieci anni che tuona per una revisione della legge. La sua proposta si articola in due fasi: la prima consiste nell’abolizione della tassa di possesso, quella che paghiamo oggi sulle auto, e sostituirla con la vecchia tassa di circolazione. Ma con una variante cioè caricandola sul carburante, più cammini più paghi. Pagheremo il carburante in più a parità di gettito per lo Stato e di spesa per noi. Di conseguenza nessun bisogno di controllo con l’abolizione dei relativi uffici e con lo sgravio del contenzioso delle commissioni tributarie. Un risparmio di non poco conto per lo Stato. 

Fase seconda: oltre a controllare la validità del veicolo con la revisione periodica si potrebbe verificare chi abbia pagato regolarmente l’assicurazione e le multe che gli sono state notificate. Sembra veramente la scoperta dell’uovo di Colombo. Ma la manovra inciderebbe molto sui costi pubblici? “I Comuni riscuoterebbero finalmente il dovuto che oggi riescono a malapena a incassare”, mi spiega, facendosi i conti, Serao. Che suggerisce anche sanzioni più severe, come ad esempio qualche giorno di galera, fedina penale sporca, ai residenti in Italia con auto con targa straniera. Il limite di permanenza consentito dalla legge è di 12 mesi. “Circolerebbero meno farabutti”, aggiunge Serao. Ad oggi se vengono fermati dalla polizia l’auto viene sequestrata e scatta una multa fino a 335 euro, una bazzecola. “In Svizzera se noi non paghiamo una multa, rischiamo l’arresto, invece gli svizzeri vengono a fare shopping a Como, infrangono la legge con divieti di sosta a gogò e transiti nelle Ztl, ma non pagano le multe. Cosa fare per farsi pagare dagli svizzeri? La legge già esiste ed esistono gli strumenti quali la rimozione forzata o le ganasce. Se non paghi l’auto non ti viene restituita. Qui è la forza pubblica che deve attivarsi”, fa notare Serao.

In verità anche un mio ex, quello che sulla carta sarebbe un serio professionista, vestito soltanto sartoriale, aveva escogitato un sistema “inespugnabile“. Non aveva nulla intestato e perfino l’Audi a nome di un leasing. Parcheggiava ovunque. Per anni. Sfacciato, recidivo. Alla fine aveva nel cassetto una collezione di multe da far paura, l’Agenzia delle Entrate è arrivata a notificargli quasi centomila euro di interessi lievitati. Serao  propone: “Immediato sequestro dell’auto inadempiente prima che le multe cadano in prescrizione e il ritiro della patente. Semplice, no”.

E poi ci sono quelli che lavorano in Italia, per non pagare le tasse in Italia si affittano un buco nell’odiosetta Montecarlo, pagano qualcuno che gli vada ad accendere la luce così dalle bollette risulta che la casa sia abitata. Con auto targata Montecarlo scorrazzano da noi impuniti davanti alla legge…

“Una mia cliente per amicizia ha fatto un piacere enorme a una coppia di furbetti (che chiamerò Bonnie and Clyde 2.0). Il marito residente a Montecarlo le ha chiesto di intestarsi la Smart, un paio di mesi – le ha giurato – il tempo di trasferire la residenza da Montecarlo a Milano dove ha sempre lavorato come consulente di alta tecnologia. I due mesi sono diventati un anno, la moglie parcheggiava praticamente anche sul tetto di casa. Alla fine sono state notificate 5000 euro di multe. Bonnie and Clyde non hanno nulla intestato a loro nome. Quattro convocazioni per le mediazioni e Clyde che offendeva il giudice di pace: ‘Lei è di parte…’. Alla fine spetterà alla mia cliente pagare le multe… Questo è cialtronismo alla stato puro”, conclude Serao.