Il gioielliere, indagato per omicidio colposo per eccesso di legittima difesa, in un colloquio con Il Messaggero ha detto: “Mi sono visto puntare una pistola contro. Non avevo mai sparato a nessuno”. L’uomo ha raccontato che stava controllando, in casa, i monitor collegati a un sistema di videocamere della gioielleria. La commessa era impegnata con alcuni adolescenti che stavano scegliendo dei regali per San Valentino. “All’improvviso è successo tutto”, racconta. Sui monitor è apparso un uomo giovane a volto scoperto, che subito si è infilato la maschera di carnevale di Hulk e ha spianato la strada agli altri tre complici. La commessa ha cominciato a urlare. Da qui la decisione di scendere in strada.La dinamica della sua reazione sono oggetto di indagine: con l’uomo ucciso sarebbero entrare in azione altre tre persone, con il volto travisato, due delle quali armate: in tre, tra cui il rapinatore ucciso, sono entrate in gioielleria, il terzo è rimasto all’esterno, verosimilmente a fare il palo. Uno di quelli armati, è stato bloccato da un ispettore del locale commissariato di Polizia mentre tentava la fuga malgrado abbia puntato la sua pistola con il colpo in canna contro il poliziotto. “C’era una situazione di pericolo concreto e, se sarà confermato che il mio cliente si è trovato davanti a quattro persone armate, anche in una situazione di pericolo imminente” sostiene l’avvocato Luigi Ferrante.