Estrema Destra

Macerata, Luca Traini resta in carcere e ai magistrati dice: “Non sono pentito. Il mio obiettivo erano neri che spacciano droga”

Dopo l'udienza di convalida, il gip Domenica Potetti ha disposto al custodia cautelare per strage aggravata da odio razziale. Ancora alta tensione in città: fumogeni contro il bar che avrebbe dovuto ospitare una manifestazione di CasaPound

Confermati l’arresto e il carcere per Luca Traini, il 28enne che sabato ha sparato nel centro di Macerata ferendo 6 migranti. Al termine dell’udienza di convalida, durante il quale l’estremista di destra ha deciso di non rispondere, il gip Domenica Potetti ha disposto al custodia cautelare per strage aggravata da odio razziale e ha ritenuto assorbito in quel reato l’ipotesi di tentato omicidio plurimo ipotizzato dalla procura.

Dopo aver taciuto davanti al magistrato, il 28enne assistito dall’avvocato Giancarlo Giulianelli, ha reso dichiarazioni spontanee al pm Stefania Ciccioli. Traini, che non è più in isolamento, ha nuovamente spiegato che non avrebbe voluto colpire la ragazza rimasta ferita nel raid xenofobo di sabato. Nelle sue intenzioni c’era la volontà di colpire solo gli uomini: “Il mio obiettivo – ha detto al pm – erano i neri che spacciano droga a Macerata”.

A scatenare la sua rappresaglia non c’era un legame sentimentale con Pamela Mastropietro, ipotizzato dalla segretaria provinciale della Lega, ma la notizia che la 18enne romana era stata smembrata da Innocent Oseghale, al momento in carcere per vilipendio e occultamento di cadavere. Anche in questo faccia a faccia con i magistrati, Traini ha riferito di “non sentirsi pentito”.

Intanto il clima in città resta teso. Durante l’interrogatorio di Traini, un gruppo di 30 persone appartenenti ai centri sociali del Maceratese ha lanciato dei fumogeni all’indirizzo del Caffè Venanzetti, nella Galleria Scipione, dove mercoledì era prevista una conferenza stampa di CasaPound alla quale avrebbe dovuto partecipare il segretario nazionale Simone Di Stefano.