Mafie

Mafia, il re delle scommesse voleva una legge per sanare le sue agenzie: così faceva pressione sui politici

Benedetto Bacchi, l'imprenditore arrestato dalla procura di Palermo insieme ad altre trenta persone, ha tentato d'inserire nella finanziaria del 2016 un emendamento per far riconoscere dai Monopoli le sua agenzie. Citati nell'inchiesta sono finiti anche due politici siciliani: un esponente del Pd e uno del Nuovo Centrodestra

Il re delle scommesse in affari con Cosa nostra voleva che fosse inserito un emendamento nella Finanziaria del 2016. Una legge per sanare le sue agenzie non riconosciute dai Monopoli di Stato. Quell’emendamento, però, non passò mai. Ma l’indagine della procura di Palermo ha ricostruito l’attività di pressione di Benedetto Bacchi, nei confronti del mondo politico. E citati nell’inchiesta – che ha portato all’arresto di 31 persone – sono finiti anche due politici siciliani: l’ex consigliere regionale del Nuovo centrodestra, Pietro Alongi, e l’esponente del Pd, Alberto Firenze, molto vicino al sottosegretario Davide Faraone.

Ex consigliere comunale di Forza Italia a Castelvetrano, Firenze è stato presidente dell’ente regionale per il diritto allo studio. Poi, dopo il passaggio al Pd è stato uno degli organizzatori della Leopolda Siciliana, la convention palermitana del Pd fortemente voluta dallo stesso Faraone. È con Firenze che Bacchi voleva parlare nel settembre 2016. Un incontro che effettivamente si tenne il 30 dello stesso mese in viale delle Scienze, sede dell’università di Palermo. Impossibile sapere cosa si dissero.

Di certo c’è che nei giorni precedenti – come racconta l’edizione locale di Repubblica– Firenze aveva parlato con un collaboratore di Faraone, discudendo della possibilità di inserire l’emendamento chiesto da Bacchi nel decreto Mille proroghe. Poi, nel pomeriggio l’esponente dem parla con un collaboratore dell’imprenditore, Devis Zangara, tra gli arrestati di stamattina. Che gli diceva: “Alberto, domani mattina possiamo vederci? Perché io avrei delle cose da dirti“. “Io da domani sono impegnato in questa conferenza. Avrò duecento persone che vengono da tutta Europa e io sono inserito in tutte le cose. Non lo so, non riesco a darti nessun orario, io sono nell’edificio 19”. “Ti volevo aggiornare di alcune cose, ti volevo chiedere altre cose, perché poi parlando con un amico mio oggi, dice che Mille proroghe non è una cosa di adesso, è una cosa che potrà avvenire”. “Vedi che si sta preparando il decreto Mille proroghe – rispondeva Firenze – stanno lavorando a questo”. “Tu – rispondeva Zangara – mi dai questo, come mi hai dato la sicurezza, la certezza perché ci sono,e poi ci sono altre cose che ti volevo dire, ma te lo dico di presenza“. Nel frattempo il re delle scommesse parlava anche con Alongi. “Non ci credo che tutte queste persone ti dicono tutte le stesse cose e non è vero niente”, gli diceva il genero del politico Ncd al telefono. Ventiquattro ore dopo Bacchi, Alongi e il genero erano su un volo per Roma.

Di sicuro c’è solo che il 7 novembre l’emendamento tanto caro all’imprenditore finisce in effetti nel disegno di legge 4127 bis, cioè la finanziaria. A presentarlo è Paola Binetti, del Nuovo Centrodestra ma la norma viene considerata inammissibile. Quindi saranno Paolo Tancredi e Filippo Piccone, anche loro Ncd, a ripresentarlo. “Oggi, domani, passa alla Camera, chiamo io il comandante della Guardia di finanza e gli dico che non può: che deve sbloccare tutto e che mando io una mail a tutti i Monopoli, che non devono fare più sequestri perché tutto è a posto”, dice Bacchi al telefono con un amico imprenditore. E invece quella legge venne bloccata.

Aggiornamento del 26 giugno 2018

Torna in libertà l’architetto di Partinico (Palermo), Devis Zangara, arrestato nei mesi scorsi assieme ad altre 30 persone nell’ambito dell’operazione ‘Game Over’ su mafia e scommesse. Il Tribunale del Riesame ha accolto in appello l’istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati Antonio Ingroia e Antonio Maltese. 2Giustizia è stata fatta, da oggi l’architetto Zangara potrà tornare a svolgere la propria attività lavorativa – dicono i due legali -. Dopo mesi di duro lavoro siamo riusciti a dimostrare l’assoluta innocenza del nostro assistito rispetto ai fatti contestati. Devis Zangara è risultato estraneo da ogni accusa mossa nei suoi confronti”. A seguito dell’istanza di scarcerazione depositata in primo grado e rigettata dal gip Antonella Consiglio, gli avvocati avevano proposto appello. La richiesta è stata accolta dal Tribunale del Riesame che ha emesso il provvedimento di scarcerazione e ordinato il dissequestro dei conti correnti e della società intestata a Zangara.