Diritti

Biotestamento, attivi gli sportelli per la consegna delle disposizioni sul fine vita. Cappato: “Poche conoscenze negli uffici”

La legge diventa applicativa e prevede la creazione dei registri comunali dove ogni persona può depositare la dichiarazione sulle terapie sanitarie che intende o non intende ricevere nel caso non sia più in grado di prendere decisioni o esprimere chiaramente la propria opinione. In alcune città però la situazione è ancora poco chiara. Come fare per consegnare le disposizioni anticipate di trattamento

La leggi sul fine vita entra in vigore anche in pratica: da oggi, mercoledì 31 gennaio, è possibile consegnare negli uffici comunali le disposizioni anticipate di trattamento (Dat), ovvero il cosiddetto testamento biologico. La norma prevede la creazione dei registri comunali dove ogni persona può depositare la dichiarazione sulle terapie sanitarie che intende o non intende ricevere nel caso non sia più in grado di prendere decisioni o esprimere chiaramente la propria opinione. Se alcuni comuni, come Napoli o Padova, si sono già dotati da tempo di un servizio dedicato, in altre città la situazione è ancora poco chiara: “Dalla grande quantità di domande e segnalazioni che ci pervengono – denuncia all’Ansa Marco Cappato – possiamo affermare che il grado di conoscenza di questa legge da parte degli uffici comunali ma anche dei medici è ancora molto basso“.

COME FARE PER CONSEGNARE LE DAT
Tutti i cittadini maggiorenni possono redigere il biotestamento. Dopo aver compilato un campo in cui siano contenuti i dati anagrafici del firmatario, viene la parte del consenso a essere informati sulle proprie condizioni di salute e a informarne altre persone, tra le quali si possono indicare persone fidate o familiari. Poi ci sono le direttive specifiche, la parte più importante e complessa del documento per il quale è preferibile essere aiutati da un medico, perché prevedono le varie casistiche che potranno occorrere e cosa fare in caso di terapie che non si vogliono ricevere. Importante è anche l’indicazione di un fiduciario, perché anche i parenti non sono automaticamente investiti dell’autorità di prendere decisioni se non specificato. L’accettazione della nomina avviene attraverso la sottoscrizione delle Dat o con atto successivo che sarà allegato al testamento biologico.

Il documento può essere compilato a mano o si può scaricare un modulo (tra cui quello presente sul sito dell’associazione Coscioni). In caso non sia possibile redarre un documento scritto, si può fare biotestamento attraverso una videoregistrazione o utilizzare un dispositivo che permetta alle persone con disabilità di comunicare. Le Dat si possono rinnovare, modificare o revocare in ogni momento. Non vanno pagati bolli o tasse sul documento. Le disposizioni vanno poi autenticate: si possono presentare a un funzionario pubblico designato o a un qualsiasi pubblico ufficiale, come un notaio, oppure si può procedere con  una “scrittura privata autenticata”, facendo autenticare la firma. Bisogna conservare una copia per se stessi e l’altra invece va consegnata all’ufficio dello stato civile del comune di residenza che provvede all’annotazione in un apposito registro, se istituito. Oppure nelle strutture sanitarie, qualora la Regione di residenza ne regolamenti la raccolta o in ultima alternativa da una persona di fiducia.

LA SITUAZIONE
Lo sportello del Comune di Milano dove è possibile consegnare il testamento biologico è in funzione dalla mattina di mercoledì 31 gennaio: si trova nella sede dell’anagrafe in via Larga, è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12. Come nel capoluogo lombardo, anche Padova è già pronta ad accogliere le Dat, che possono essere consegnate personalmente al Servizio dello Stato civile. “Siamo tra i primi comuni ad attivarci per questo servizio”, ha detto l’assessora ai servizi demografici Francesca Benciolini. E in effetti, se alcune città si sono attivate per tempo o, come nel caso di Napoli, già disponevano di un registro per il testamento biologico, in altre la situazione non è così virtuosa.

“La ministra della Salute – Beatrice Lorenzin – invece di inseguire l’obiettivo impossibile di una imposizione di coscienza non prevista dalla legge, dovrebbe innanzitutto mettere in atto un piano di informazione sistematica e capillare dei medici al servizio dei cittadini e dei loro diritti”, afferma Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni. “Siamo stati contatti anche da consiglieri comunali, in cerca di informazioni su modalità di attivazione del registro comunale”, denuncia sempre Cappato. “È ancora una legge molto lenta a diventare pratica e attuabile. È una norma che ha bisogno di tanta chiarezza, tanta informazione. L’ho vissuto sulla mia pelle: il malato ancora non è al centro”, dice anche Sandra Gesualdi – figlia di Michele, politico, malato di Sla, impegnato sul biotestamento, morto il 18 gennaio scorso – parlando con i giornalisti a margine della presentazione dei candidati toscani di Liberi e uguali, per cui correrà alla Camera nell’uninominale in Toscana.

Cappato ha annunciato che “in totale, finora sono stati 14mila i testamenti biologici redatti e depositati con il modulo dell’associazione Coscioni”. “Chiediamo alle istituzioni ad ogni livello – si legge in una nota dell’associazione pubblicata martedì – di informare correttamente i cittadini sui loro nuovi diritti, alle Regioni di inserire le Disposizioni anticipate di trattamento nella tessera sanitaria e ci prepariamo a presentare denunce penali contro eventuali provvedimenti di questo o dei futuri Governi che mirassero a introdurre inesistenti possibilità di imposizione di coscienza da parte delle strutture sanitarie private sulla pelle dei cittadini malati”.