Cronaca

Rifiuti Roma, il governo riapre l’opzione Guidonia (di Cerroni). Mentre l’Abruzzo dice sì all’indifferenziata della capitale

Proprio nei giorni in cui la Regione Lazio e il Comune di Roma hanno ottenuto la disponibilità ad accogliere per i prossimi tre mesi i rifiuti indifferenziati in eccesso raccolti durante le festività natalizie, si riaprono alternative diverse per far fronte alle emergenze che riportano in gioco, ancora una volta, gli impianti del 92enne re della monnezza romana

Nella crisi dei rifiuti della Capitale torna ancora una volta d’attualità il nome di Manlio Cerroni. Nei giorni in cui la Regione Lazio e il Comune di Roma hanno chiesto – e ottenuto – la disponibilità della Regione Abruzzo ad accogliere per i prossimi tre mesi i rifiuti indifferenziati in eccesso raccolti durante le festività natalizie, il Governo nazionale ha – di fatto – esortato gli enti locali guidati da Nicola Zingaretti e Virginia Raggi ad utilizzare gli impianti appartenenti al gruppo Colari guidato dal 92enne proprietario della discarica di Malagrotta. Con una deliberazione del 22 dicembre scorso, infatti, il Consiglio dei Ministri ha ritirato il suo iniziale dissenso a concedere l’autorizzazione integrale ambientale all’impianto tmb di Guidonia – cittadina confinante a est con la Capitale – capace di trattare fino a 600 tonnellate di rifiuti al giorno. Non solo. In questa partita entra in gioco anche il tritovagliatore di Rocca Cencia, sempre di proprietà del “Supremo”, che la Commissione parlamentare Ecomafie – come si evince dalla relazione approvata il 20 dicembre – si è accorta essere tuttora funzionante grazie all’apporto dei rifiuti provenienti da 52 comuni della provincia di Roma. Due impianti che, con le loro complessive 1.000 tonnellate al giorno di capacità, potrebbero ampiamente sopperire ai conferimenti fuori regione, rendendo la Capitale pressoché autonoma almeno sul fronte del trattamento dell’indifferenziato. Il condizionale, in questo caso, è però d’obbligo, perché la campagna elettorale incombe e sia per il Pd che per il M5S sarebbe impossibile in questa fase giustificare al proprio elettorato l’utilizzo di due impianti fortemente contestati dalle comunità locali.

IL CDM SBLOCCA L’EMPASSE DI GUIDONIA

A fare scalpore è il provvedimento preso dal Consiglio dei Ministri, su input di Gian Luca Galletti e di Dario Franceschini, in relazione al tmb di Guidonia. L’impianto, infatti, è tuttora sotto sequestro su provvedimento della Procura di Tivoli in quanto realizzato nonostante l’assenza di un vincolo paesaggistico imposto dal Mibact. E’ proprio per questo motivo che, seppure le cose non sono direttamente collegate, la deliberazione governativa risulta essere una specie di lasciapassare affinché i legali del Colari Ambiente Guidonia Srl possano ottenere in pochi giorni il dissequestro della struttura, nuova di zecca e pronta all’uso. Certo, perché possa essere utilizzato servirebbe la volontà politica in primis del Comune di Roma e poi della Regione Lazio. Sindaco di Guidonia da pochi mesi è il pentastellato Michel Barbet, sostenuto personalmente da Virginia Raggi, che poche ore dopo la pubblicazione del provvedimento ha promesso ai suoi concittadini: “Non prenderemo un grammo di rifiuti da Roma”, tutto ciò mentre in queste ore il Campidoglio ha firmato l’ok per il conferimento di circa 100 tonnellate al giorno presso il tmb di Aprilia lontano 40 km dalla Capitale – è in provincia di Latina – di proprietà della Rida Ambiente Srl. Va ricordato, inoltre, che gran parte dell’indifferenziato (1.200 tonnellate) viene oggi portato da Ama ai due tmb di Malagrotta, anch’essi di proprieta’ del Colari.

IL CASO DEL TRITOVAGLIATORE DI ROCCA CENCIA

L’altro input pro-Cerroni arriva dalla Commissione parlamentare Ecomafie guidata dalle senatrici Paola Nugnes e Laura Puppato. Il riferimento è all’impianto situato nella periferia est della Capitale – di proprietà del Colari sebbene affittato alla ditta Porcarelli – che finì al centro delle polemiche un anno e mezzo fa quando l’ex assessora capitolina all’Ambiente, Paola Muraro, propose di utilizzarlo in maniera temporanea per far fronte alla crisi dell’estate 2016. “In parole povere – si legge nella relazione – l’opportunità o meno di utilizzare quell’impianto, e la stessa possibilità giuridica di farlo, parrebbe aver interessato solo Roma Capitale”, visto che “presso l’impianto ancora oggi vengono trattati i rifiuti provenienti da diversi comuni della Provincia di Roma”, frase cui segue la lista dei paesi. Dopo le polemiche di questi anni, nei mesi scorsi la Regione Lazio ha autorizzato l’utilizzo del tritovagliatore e anche i tecnici di Comune e Città Metropolitana di Roma, in conferenza dei servizi, hanno dato il loro parere favorevole, salvo poi registrare le dichiarazioni dell’attuale assessora Pinuccia Montanari che ne ha sempre escluso l’utilizzo.

ARRIVA IL SOCCORSO DALL’ABRUZZO

Nel frattempo, nella giornata di giovedì è arrivato l’ok da parte della giunta regionale dell’Abruzzo ad accogliere i rifiuti di Roma per 90 giorni, e per una quantità massima di 39mila tonnellate, in tre strutture, sebbene a determinate condizioni: fra queste, l’impatto dei trasporti quotidiani sulla viabilità, la verifica della qualità dell’aria nei siti individuati, un protocollo comune di ‘perfetta collaborazione’. Si tratta, va ricordato, di una misura emergenziale che non è detto il Campidoglio voglia sfruttare – come avvenuto per ora con l’Emilia Romagna – nell’ordinario, infatti, Roma riesce a trattare pressoché autonomamente la sua indifferenziata (appoggiandosi agli impianti di Frosinone), salvo periodi di sovra-produzione o guasti nei disastrati impianti Ama di Salario e Rocca Cencia, in cui la crisi si fa sentire. Raggi e Montanari hanno assicurato più volte che già nel 2018 in città si vedrà un aumento della differenziata, cosa che dovrebbe portare a una graduale diminuzione dei rifiuti da spedire nei tmb e, nel frattempo, alla necessità di realizzare i tre impianti di compostaggio citati nei giorni scorsi dal candidato premier del M5S, Luigi Di Maio, in un’intervista a TgCom24. E’ un fatto, tuttavia, che la Capitale d’Italia non sia uscita bene dalla prova delle festività natalizie. Ha provato a sottolinearlo Giorgia Meloni, postando su Facebook la foto di un maiale che grufola in mezzo ai cassonetti in zona Romanina che sostiene di aver ricevuto da un cittadino e che ricorda le immagini di dicembre 2013, quando sotto la giunta Marino sempre dei maiali erano stati immortalati a frugare tra i rifiuti dei romani.