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Istat, pressione fiscale al 40,3% (-0,4). “Crescono potere d’acquisto e redditi delle famiglie, rallentano i consumi”

Il peso delle tasse sulle tasche degli italiani rimane sopra al 40% anche nel terzo trimestre del 2017. Il deficit del nostro Paese in rapporto al Pil nello stesso periodo è stato invece pari al 2,1%. L'istituto: "Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti solo dello 0,2%"

Nel terzo trimestre del 2017 in Italia la pressione fiscale è stata pari al 40,3%. Lo rileva l’Istat, segnalando una leggera flessione di 0,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il peso delle tasse sulle tasche degli italiani è stato pari al 40,2% se si considerano invece i primi nove mesi del 2017. Il deficit del nostro Paese in rapporto al Pil tra luglio, agosto e settembre è del 2,1%. L’indebitamente netto registrato invece da inizio 2017 è pari al 2,3% del prodotto interno lordo. L’Istat ha pubblicato anche i dati relativi  alle famiglie italiane: migliorano leggermente reddito e potere d’acquisto, aumenta la propensione al risparmio, mentre rallenta la corsa dei consumi.

“Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti solo dello 0,2%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è aumentata di 0,5 punti percentuali, salendo all’8,2%“, spiega l’Istat. Insomma, non tutto il guadagno è stato speso. E così una fetta è andata a rimpinguare le casse domestiche. Infatti, la propensione al risparmio misurata in questo report, altro non è che il rapporto tra il risparmio lordo e il reddito lordo disponibile.

Cresce anche il potere d’acquisto, salito dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% in termini tendenziali. Rallenta invece la corsa dei consumi: nel terzo trimestre del 2017 la spesa delle famiglie sale solo dello 0,2%: è il rialzo congiunturale più contenuto dall’inizio del 2016. E anche il risultato registrato su base annua (+2,5%) segna una frenata rispetto ai trimestri precedenti.