Società

Natale è stare in famiglia. Ma cos’è una ‘famiglia’?

di Margherita Cavallaro

Salve. Forse vi ricorderete di me per celebri blog come “7 modi per fare coming out”. Ci sono state discussioni sul magico arcobaleno di Londra, sede di Wake Up Italia, su quale tema affrontare per il post di Natale. Dopo aver scartato l’analisi della forma fallica degli alberi di Natale (decorati con palle. Coincidenze?), mi è stata data carta bianca.

Per un po’ ho guardato lo schermo bianco, poi, guardando il Boss delle Cerimonie (grazie Italia!), mi sono chiesta perché non parlare proprio di famiglia. Uno dei commenti al mio articolo precedente che mi ha lasciato più basita leggeva più o meno “Vedo molto amore per i genitori! Complimenti!”. Il tono era ironico e mi ha ferito così tanto che mi sono chiusa per due ore in bagno a cantare le canzoni di Laura Pausini mentre piangevo la mancanza di Marco. Non sono sicura da dove si evincesse l’assenza di affetto per i miei, ma per rassicurare tutti: io gli voglio molto bene. Così tanto che l’anno scorso ho speso più di €500 per di volo per tornare a casa a Natale. Per dare un’idea sarei potuta andare a Bangkok per €400, quindi potete tutti stare sicuri che io tengo alla famiglia più che al turismo sessuale (cosa che non si può dire di tutti).

Diciamocelo, a meno che non siamo figli di teste di alberi di Natale tutti vogliamo bene ai genitori, anche se a volte ci fanno soffrire e anche se il motivo per cui ci fanno soffrire non è un motivo valido (ricordo quando mamma intorno ai 14-15 anni continuava a urlarmi contro convinta che fumassi quando io non ho mai fumato e non fumo tuttora, ma le ho sempre voluto bene lo stesso). Tutti a Wake Up Italia ci sforziamo di tornare a Natale per riabbracciare i nostri cari. Dopotutto il Natale è per stare in famiglia, giusto? Ma cos’è una famiglia? La Treccani ci spiega come sia un insieme di persone che vivono sotto lo stesso tetto, tenute assieme da parentela o più generica affinità. Ci dice anche che in origine era applicata agli schiavi che abitavano insieme nella casa. Chi, d’altro canto, non ha mai avuto in famiglia quella zia che in realtà non era parente? Una famiglia è un insieme di persone che coabitano unite da qualcosa. Lo sa la lingua italiana, lo sappiamo noi, lo sanno i bambini. Sapete chi non lo sa? La legge italiana. In Italia i figli di coppie omogenitoriali non sono davvero figli di due genitori e la loro non è davvero considerata una famiglia. Io non ho figli e a Natale torno volentieri dalla mia famiglia, ma se avessi una famiglia a Londra tornerei così volentieri in Italia dove i miei figli non sarebbero davvero egualmente miei e della mia eventuale partner? Probabilmente no, visto che sarei preoccupata al pensiero del “e se succedesse qualcosa mentre sono lì? Chi mi assicurerebbe i nostri diritti?”.

All’opposto famiglie italiane non dovrebbero essere costrette a emigrare all’estero per essere considerate pienamente tali. Ovviamente chi ci rimette in tutto questo sono quelle persone a cui nessuno in realtà pensa: i bambini. Tutti fanno finta di preoccuparsi per loro, ma nessuno nel dibattito pubblico considera i loro interessi. Chi vorrebbe lasciare senza famiglia un bambino a Natale? Nessuno, direte voi. Centinaia! Migliaia! Risponde invece il Governo Italiano che impedisce alle coppie omogenitoriali di adottare perché non sono abbastanza famiglia e che quindi lascia da soli a Natale sia adulti che vogliono donare amore a un bambino, sia il bambino medesimo.

A Wake Up Italia pensiamo che questo sia ingiusto, soprattutto per i bambini. Noi adulti alla fine ci arrangiamo, ma i bambini vanno protetti e difesi perché non possono farlo loro stessi. Per questo stiamo lanciando una petizione per chiedere al Governo totale parità di diritti per le adozioni per le coppie omogenitoriali e, soprattutto, parità di diritti per i loro bambini che non sono e non devono essere considerati figli di serie B. Una vera famiglia è fatta dall’amore, non dal sesso. Aiutateci a fare in modo che i bambini possano ricevere l’amore e i diritti che si meritano, non solo a Natale. La petizione la potete trovare qui e ogni firma sarebbe per noi e tutti i bambini Italiani come un regalo di Natale (anche se io personalmente accetto volentieri anche una PlayStation VR). Buon Natale a tutti e mi raccomando: passate le feste con la vostra famiglia, qualunque essa sia (inclusi gli schiavi).