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Salvini: “M5s? No al governo Spelacchio. Referendum sull’euro è una sciocchezza”. Poi salva 80 euro e “parti del Jobs Act”

Il segretario della Lega boccia Luigi Di Maio, ma salva alcuni capisaldi dell'opera di governo di Matteo Renzi: "Non è che quando uno va al governo deve per forza cancellare tutte le cose che hanno fatto gli altri per partito preso"

Matteo Salvini boccia Luigi Di Maio, ma salva alcuni capisaldi dell’opera di governo di Matteo Renzi. “Escludo l’appoggio della Lega a un governo Di Maio – ha detto il segretario della Lega durante la trasmissione Circo Massimo su Radio Capital – basta vedere Spelacchio (l’albero di Natale di piazza Venezia a Roma, oggetto dell’ironia dei social network, ndr), come governano le città. Dico no al ‘governo Spelacchio'”. “Va bene cambiare idea – argomenta Salvini – ma M5s cambia idea continuamente“.

Ad esempio sull’Unione Europea: “O le direttive europee cambiano o non ha senso la nostra presenza in Europa”, spiega il leader del Carroccio. L’uscita dall’euro? “L’emergenza è riattivare il lavoro e la produzione in Italia” e in Europa “o le regole cambiano o danneggiano il nostro paese”, ma il referendum sull’euro caldeggiato dal M5S “è una sciocchezza, non è previsto della Costituzione, fai un dibattito di 6 mesi e intanto ti affossano con lo spread“. A chi gli domanda se abbia cambiato idea sull’uscita dall’euro, “io voglio mettere l’interesse degli italiani al centro – afferma – senza negarsi nessuna possibilità. Il mio obiettivo non è uscire dall’Europa ma rientrare, voglio un ingresso dell’Italia da pari a pari, ma se non lo chiediamo non ce lo concedono”.

Come già annunciato da Di Maio, tuttavia, neanche Salvini toccherebbe gli 80 euro: “Lasceremo il bonus? Tendenzialmente sì, io vado al governo per mettere i soldi nelle tasche degli italiani e non toglierli”, spiega, pur bocciando il bonus voluto da Matteo Renzi: “Non ha inciso sull’economia – afferma – siamo il Paese che cresce meno in Europa”. Ma il leader della Lega, semmai andasse al governo, manterrebbe in vita anche alcune parti del jobs act: “Non è che quando uno va al governo deve per forza cancellare tutte le cose che hanno fatto gli altri per partito preso”. Mentre sulla riforma Fornero sulle pensioni, ribadisce, è per “l’abolizione: non tratto nemmeno un quarto d’ora”.

Sulla questione delle banche Salvini opera un distinguo tra le responsabilità di Maria Elena Boschi e quelle della Banca d’Italia: “Il problema sono i soldi dei risparmiatori truffati da recuperare in Europa. Chiunque ci ascolti ha capito l’evidente conflitto di interesse di membri di governo, ma vorrei che si passasse oltre. Il problema non è Boschi ma Bankitalia, 7000 dipendenti e l’unica missione controllare e non l’ha fatto”.