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Cinema

Film in uscita al cinema, cosa vedere e non nel lungo weekend dell’8 dicembre

SUBURBICON di George Clooney, LOVELESS di Andrey Zvyagintsev, DUE SOTTO IL BURQA di Sou Abadi, L’INSULTO di Ziad Doueiri, FREE FIRE di Ben Wheatley, IL PREMIO di e con Alessandro Gassman, THE VOID di Jeremy Gillespie e Steven Kostanski.

SUBURBICON di George Clooney. Con Matt Damon, Julienne Moore, Oscar Isaac. Usa 2017. Durata 105’. Voto: 4/5 (DT)

Suburbicon, Stati Uniti, fine anni quaranta. La surreale follia dei Lodge, famigliola bianca nella cittadina all white tutta villettine uguali con giardino, e lo spaccato realistico dei vicini di casa, famigliola afroamericana, padre, madre e figlio. Il vicinato bianco va in fibrillazione: a Suburbicon non possono abitare dei neri (“l’integrazione può avvenire solo quando saranno educati e pronti per sostenerla”, urlano nell’infuocata assemblea cittadina). Intanto dai Lodge avviene uno strano tentativo di violenza notturna con due balordi che entrano in casa e provocano la morte accidentale della signora Lodge. Mentre a casa dei nuovi arrivati è tutto un montare di angherie, staccionate erette in giardino per separarli e isolarli dagli altri, assedio quotidiano davanti alla villetta che è prima silenzioso, poi ritmato su canti religiosi, infine deflagra in violenza. Film dal doppio e parallelo binario di messa in scena (che si incrocia solo sul retro delle case dove giocano insieme i figli delle due famiglie) con, da un lato, a dipingere i Lodge, lo humor nerissimo e il sangue a fiotti a ricordare la poetica più dark e beffarda dei fratelli Coen; dall’altro, la banale paura e l’orrore quotidiano di un qualunque suprematismo bianco per dare il benvenuto ai nuovi arrivati. Suburbicon è un’opera classicamente politica modulata su un messaggio antirazzista, abitata nell’anima da un thriller con suspense congegnata al millimetro. Incredibile la maestria con cui Clooney trasfigura facce, visi, e ghigni mostruosi degli assedianti, e sa far correre a mille i suoi attori ribaltandone gli stereotipi classici dalle loro maschere mainstream: Damon è un mister Ripley indemoniato, la Moore una pazza alla Psyco, Oscar Isaac illumina comicamente dieci minuti risolutivi del film. La città di Suburbicon è ispirata alla storica Levittown in Pennsylvania costruita sul finire degli anni quaranta per una popolazione “selezionata” bianca.