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Mdp, Meli vs Laforgia: “Grasso? Leader debolissimo, persino Civati comanda più di lui”. “Frase grottesca”

Polemica a L’Aria che Tira (La7) tra la giornalista del Corriere della Sera, Maria Teresa Meli, e Francesco Laforgia, capogruppo Mdp alla Camera ed esponente di Liberi e Uguali, la lista unitaria di Mdp, Si e Possibile. Meli ironizza su Massimo D’Alema: “Mi dispiace per lui, perché adesso ha un lavoro in meno, visto che, con la fuoriuscita dal Pd, lo hanno fatto fuori da dove stava. Prima, infatti, era presidente della Fondazione Culturale del Pse. Quindi, ora non si sa quale sia il lavoro, vignaiolo o altro. Mi sembra giusto che adesso aspiri a un seggio parlamentare”. Poi commenta l’assemblea di ieri, che ha dato il via alla nuova lista di sinistra: “Quello che è andato in onda potrebbe rassicurare una parte di elettorato di sinistra benestante, ricca e borghese, quella che prima era nel Pci e nel Pds. Ho visto anche la versione bonsai di un film già noto, quando dei signori conferirono potere a un altro signore, che però non aveva nessun partito. Parlo di Romano Prodi, che venne fregato per ben due volte da quei partiti che lo avevano decretato loro premier. E quello che lo fregò la prima volta fu proprio D’Alema”. E aggiunge: “Grasso non ha un suo partito, non ha un suo elettorato e non è stato neppure scelto con le primarie, ma per acclamazione, come si usava fare nel Psi di Craxi. Grasso ha una leadership che nasce debolissima. Chi comanda là? Non lui, ma Bersani, D’Alema, Fratoianni. Persino Civati comanda più di Grasso“. Non concorda Laforgia, che replica: “Immaginare che uno con la biografia di Grasso, che ha avuto a che fare coi più pericolosi capimafia della storia, si possa far comandare da Pippo Civati e da Massimo D’Alema francamente fa un po’ sorridere”. “Vedremo tra un anno”, ribatte la giornalista. Laforgia continua: “La sua è una rappresentazione caricaturale e grottesca. Peraltro, ieri D’Alema era seduto in seconda fila e Bersani in sesta. Vorrà pur dire qualcosa”. Meli, poi, obietta al deputato il fatto che Grasso non si sia dimesso. E Laforgia osserva: “Io capisco che state anticipando gli argomenti di Renzi, ma è un argomento molto fragile il suo, proprio perché Grasso è sempre stato rispettoso del suo ruolo”