Cronaca

Ostia, spari contro la porta di casa di uno Spada. L’ombra della faida coi clan rivali. Minniti: “Libereremo la città dalla mafia”

Secondo le prime informazioni sarebbero stati esplosi cinque colpi di pistola contro la porta dell'abitazione di Silvano Spada, cugino di "Robertino" e del capo del clan, Carmine Spada detto "Romoletto"

Un’altra sparatoria nel giro di 48 ore. E ora gli inquirenti temono davvero che a Ostia si sia aperta una faida fra i clan Fasciani e Spada, un tempo alleati con alcuni membri della famiglia addirittura imparentati fra loro. Ad essere presa d’assalto questa volta e’ stata l’abitazione di Silvano Spada, cugino di Roberto Spada – l’aggressore della troupe di Nemo oggi in carcere per violenza privata con metodo mafioso – e del capo del clan, Carmine Spada detto “Romoletto”. Secondo quanto raccolto dagli inquirenti, sabato sera intorno alle 21 qualcuno ha esploso 5 colpi di pistola contro la porta dell’abitazione del 33enne. Poco dopo, chi ha sparato ha raggiunto la vicina abitazione del fratello di Silvano, il 44enne fratello Giuliano, in via Baffico, dove è stata presa a calci e sprangate la porta d’ingresso. A indagare sono il Commissariato della Polizia di Stato di Ostia e la Squadra Mobile di Roma, coadiuvati dalla Polizia Scientifica, intervenuti sul posto con una decine di volanti.

Silvano Spada, oltre ad essere stato arrestato nel 2016 per racket e estorsione insieme ad altri membri della famiglia, era finito al centro delle polemiche politiche prima del ballottaggio del 19 novembre per essersi “intrufolato” in una foto accanto alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e alla sua candidata presidente (poi sconfitta dal M5S), Monica Picca. L’agguato, come detto, è avvenuto nel quartiere popolare noto per essere la roccaforte del clan Spada, il sodalizio criminale al cui vertice c’è Carmine “Romoletto” condannato a 10 anni di carcere eppure attualmente in stato di libertà nel “suo” litorale romano, proprio mentre suo fratello minore, Robertino, è dietro le sbarre a Tolmezzo (Udine) per la testata e il pestaggio ai danni di Davide Piervincenzi e Edoardo Anselmi “per riaffermare il dominio sul suo territorio”, come ha scritto il gip nell’ordinanza di convalida della misura cautelare. L’abitazione di Silvano, tra l’altro, sorge proprio di fronte alla palestra Femus Art School, gestita da Roberto Spada e dalla sua compagna.

Secondo una prima valutazione degli inquirenti, dunque, non si esclude che l’episodio possa essere direttamente collegato a quanto avvenuto giovedì’ 23 novembre di fronte alla pizzeria Disco Giro Ring di via delle Canarie, ovvero la gambizzazione del titolare Alessandro Bruno, 50 anni, e soprattutto di Alessio Ferreri, 41enne fratello di Fabrizio, in un locale considerato nel giro di quelli legati al clan Fasciani. Chi e’ Fabrizio Ferreri? Dalle carte dell’ordinanza “Critical”, emerge chiaramente che Fabrizio detto “Dentone”, 38 anni, è considerato il “rampollo” del clan Fasciani, capace di spacciare “a pacchi” la droga proveniente dalla Spagna, “dalla Casilina a Ostia”.

Dentone e Robertino erano amici, i Fasciani e gli Spada clan alleati e in alcuni casi imparentati (la compagna di Fabrizio Ferreri è la cognata di Ottavio Spada), mentre sia Romoletto che Terenzio Fasciani (fratello di Don Carmine, zio di Dentone) sono in stato di libertà. E non e’ un caso nemmeno che gli inquirenti abbiano interrogato i due uomini vittime dell’agguato di giovedì’, ricoverati presso l’ospedale Grassi di Ostia, ma che entrambi non siano stati in grado di fornire “elementi rilevanti per le indagini”. Molto lavoro, dunque, per la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, i cui pm Giovanni Musarò e Ilaria Calò stanno attendendo l’ennesima informativa della Squadra Mobile per provare a ricomporre il caso.

“Credo che servano tutte le forze dell’ordine e se necessario anche l’esercito, per presidiare un territorio dove sembra essere ripresa una guerra tra clan”, aveva dichiarato sabato la sindaca di Roma, Virginia Raggi, rivolgendosi al ministro dell’Interno, Marco Minniti, e a quella della Difesa, Roberta Pinotti. E proprio Minniti, da Bari, ha dichiarato che “il tema della liberazione di Ostia dalla mafia sarà irrinunciabile, lì ci giochiamo un pezzo della sovranità del nostro Paese. E’ nelle sfide più difficili si vede la forza dello Stato. Noi saremo duri e intransigenti. Perché quello che sta avvenendo a Ostia non è tollerabile in una democrazia“. Parole, queste ultime che hanno ottenuto l’apprezzamento via Twitter proprio della sindaca Raggi.