Politica

Matteo Renzi, cosa ha ottenuto in una legislatura di riforme? Resuscitare B.

Quella che è già in corso da tempo è la peggior campagna elettorale della nostra storia repubblicana.

Quelle stesse elezioni del 2013 che, sulla carta, dovevano garantire, con la soglia di sbarramento ai partiti minori e con il berlusconiano Popolo delle Libertà (in pieno sfascio) un risultato solido per il paese mettendo alla guida il Partito Democratico e all’opposizione tutti gli altri ha visto invece la sorprendente crescita del Movimento 5 Stelle a insidiare persino la leadership del Pd.

La legislatura è cominciata comunque col Pd al governo grazie alla legge elettorale del “Porcellum”. Al fine di garantire governabilità il Porcellum dava al vincitore un esagerato premio di maggioranza tanto, che il Pd pur avendo vinto con solo il 29,55% dei voti, ha potuto governare col 55% (340 seggi invece di 190, quasi il doppio!). Con questa maggioranza artificiale il Partito Democratico ha potuto imperversare in Parlamento per tutta la legislatura (non ancora terminata) utilizzando in modo spregiudicato anche una gran quantità di voti di fiducia.

Matteo Renzi, nel frattempo diventato neo segretario del partito, ha deciso di liberarsi anzitempo del collega Enrico Letta per prendere il suo posto di capo del governo. Il fine era quello di avviare una massiccia stagione di riforme allegramente divulgate con lo slogan della “rottamazione” e concordato nelle segrete stanze del Nazareno col “nemico” di sempre Silvio Berlusconi. Ma se quell’accordo segreto con Berlusconi fosse stato conosciuto prima, avrebbe vinto il Pd quelle elezioni? Assai poco probabile. 

Quindi Renzi ha governato quasi tutta la legislatura grazie ad un accordo segreto e ad una maggioranza abusiva in tutti i sensi. Ma lui è pragmatico e non se ne è mai preoccupato.

Renzi ha fatto un passo indietro solo dopo la batosta elettorale del referendum costituzionale, lasciando la carica di Presidente del Consiglio, ma è rimasto segretario del partito vincendo nuove primarie (così continuando a controllare, insieme al governo, anche l’agenda legislativa). Ha così potuto per tutto l’anno in corso imporre la sua agenda legislativa con la forza di una falsa maggioranza e con l’alleanza meno organica possibile (grazie ai Verdini, Alfano, ecc. che nel 2013 erano ancora saldamente alleati di Berlusconi & C.).

Nessuna maggioranza di “destra” sarebbe mai riuscita a fare da sola, senza il tradimento della “sinistra”, tutte quelle riforme. Perché è chiaro che nemmeno le “destre” (sociali) si sarebbero permesse di fare certe sciagurate riforme delle pensioni, impresentabili riforme di leggi sul lavoro e sulla scuola, ecc.) passando indenni dal proprio elettorato. E ovviamente nemmeno la maggioranza degli elettori del Pd avrebbe mai votato questo Pd sapendo cosa stava per fare. Infatti durante tutta questa disgraziata legislatura molti elettori – e notabili del partito – hanno poi abbandonato il partito ampiamente disgustati da ciò che veniva attuato dal giovane e spregiudicato segretario.

Matteo Renzi dunque ha talmente cambiato il suo partito da renderlo irriconoscibile persino ai suoi. Infatti ora la gente preferisce votare altri perché il suo modo egocentrico di imporre se stesso sopra a tutto e a tutti lo ha reso inviso ai più ormai. Se lui non ha ancora capito che nella “sinistra” ci stanno soprattutto quelli che dai “padroni” si sentono vessati (e lui si è comportato proprio da padrone), vuol dire che proprio certe cose lui non le capisce. La sua troppo giovane età, insieme alla sua assoluta inesperienza lavorativa, fa di lui un avventurista ormai completamente inaffidabile. Se si ritirasse almeno per qualche anno potrebbe forse ancora aspirare alla “premiership”, ma un suo ritorno alla segreteria, dove ha già dimostrato la sua totale incompatibilità culturale e strategica con un serio impegno democratico è decisamente sconsigliabile.

Approfittando dell’estremo bisogno che l’Italia aveva di una nuova legge elettorale ha lavorato, ancora insieme alle opposizioni, per rifilare al popolo italiano l’ennesima truffa elettorale utile solo a loro, i monarchi della peggiore partitocrazia mai partorita al mondo (la chiamano “Rosatellum” ma è di fatto una “Scrofellum”, ovvero la scrofa madre di tutti i porcelli partitocratici mai generati in Italia).

Ma è d’obbligo a questo punto parlare anche del “neo-mattatore” delle prossime elezioni, quel Silvio Berlusconi che, come la gramigna, salta fuori sempre a rovinarti il raccolto quando speravi di averla distrutta. Di Berlusconi non solo è già stato detto tutto, ma lui stesso ha già ampiamente confermato coi fatti che tutto il male che dicevano di lui aveva fondamento. Lui ci riprova, riuscendo come sempre a mettere insieme nella stessa coalizione i nazionalisti di destra, con gli autonomisti (ex-separatisti) della Lega e con i suoi inimitabili “menefreghisti” per i quali qualunque partito è buono purché li lasci fare ciò che vogliono (leggi e tasse comprese).

E’ un chiaro esempio di ideologia basata sui numeri. Il numero degli “stultorum” (gli stolti della politica) è sempre maggioranza nel paese non perché siano veramente stolti, ma perché considerano stolti quelli che si interessano della politica, quindi votano dall’altra parte.