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Decreto fiscale, via libera agli incentivi per chi fa inserzioni pubblicitarie sulla stampa

Assieme al regalo per gli operatori di rete delle tv, a pochi mesi dalle elezioni arriva anche un provvedimento che non potrà non piacere agli indiretti beneficiari, gli editori

Assieme al regalo per gli operatori di rete delle tv, a pochi mesi dalle elezioni arriva anche un provvedimento che non potrà non piacere agli indiretti beneficiari, gli editori. Nell’ultima versione del decreto Fiscale, che il Senato ha approvato con la fiducia, è stata confermata la previsione di incentivi fiscali per chi investe in pubblicità su stampa quotidiana e periodica, informazione web, oltre che su emittenti televisive e radiofoniche locali. In totale l’esecutivo ha stanziato 62,5 milioni. Di questa cifra 20 milioni sono riservati subito al credito d’imposta relativo alla carta stampata quotidiana e periodica “anche online” come si legge all’articolo 4 del provvedimento.

A patto che gli investimenti siano stati effettuati tra il 24 giugno e il 31 dicembre 2017. Tv e radio dovranno invece attendere il 2018. Per sfruttare il vantaggio fiscale, l’inserzionista (impresa o lavoratore autonomo) dovrà anche aumentare la quota di investimenti in pubblicità: il decreto stabilisce infatti che il beneficio viene concesso “purché il valore superi almeno dell’1 per cento l’ammontare degli analoghi investimenti pubblicitari effettuati dai medesimi soggetti sugli stessi mezzi di informazione nel corrispondente periodo dell’anno 2016”.

Il provvedimento del governo Gentiloni, è insomma manna dal cielo per l’editoria italiana che ne beneficerà indiscriminatamente mentre sta affrontando pensati ristrutturazioni come quella di Rcs, editrice del Corriere della Sera, e gravi crisi come quella del Sole24Ore, il giornale di Confindustria su cui la Rai pubblicizza le sue fiction. Inoltre rappresenta anche una stampella importante per l’editoria locale che vive soprattutto di contributi statali e pubblicità elettorale.

I soldi stanziati dall’esecutivo non sono pochi. L’editoria del resto può contare sul Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione finanziato in buona parte dalle maggiori entrate del canone Rai, finito lo scorso anno nelle bollette elettriche degli italiani. E’ da quel fondo che verranno i soldi grazie ai quali gli inserzionisti pubblicitari potranno beneficiare di un credito d’imposta, utilizzabile esclusivamente in compensazione, pari al 75% del valore aggiuntivo degli investimenti effettuati. Una quota che salirà fino al 90% nel caso di piccole e medie imprese, microimprese e start-up innovative.

Tuttavia se i fondi non dovessero bastare, allora le quote andranno probabilmente rimodulate proporzionalmente. L’ultima parola su modalità e i criteri di attuazione spetterà al responsabile del ministero dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che assieme al ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, dovrà emettere un Dpcm entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge. “Nel rispetto della normativa Ue sugli aiuti di Stato”, come precisa la scheda di lettura al provvedimento. Intanto concessionarie di grandi e piccole dimensioni potranno muoversi da subito grazie alle detrazioni concesse dal governo che il 7 novembre ha emanato anche un decreto per concedere i contributi pubblici 2018 alla stampa italiana diffusa all’estero.