Giustizia & Impunità

Sicilia, indagine per peculato sull’ente gestito dal consigliere appena eletto dalla Lega: “Ma non sono più il presidente”

La procura di Palermo indaga sulla gestione dell'ente di formazione Isfordd. Fino al luglio scorso, il rappresentante legale dell'ente era Tony Rizzotto, appena eletto a Palazzo dei Normanni con la lista unica di Fratelli d'Italia e Noi con Salvini, la costola meridionale della Lega. L'inchiesta è a carico d'ignoti ma contesta un reato specifico

Un’indagine per peculato su un ente guidato fino a luglio scorso dal primo deputato eletto dalla Lega in Sicilia. A dieci giorni dalle elezioni regionali, continuano le inchieste giudiziarie che proiettano, in un modo o nell’altro, le loro ombre sull’Assemblea regionale siciliana. L’ultima la racconta il quotidiano livesicilia.it: la procura di Palermo indaga sulla gestione dell’ente di formazione Isfordd. Fino al luglio scorso, il rappresentante legale dell’ente era Tony Rizzotto, appena eletto a Palazzo dei Normanni con la lista unica di Fratelli d’Italia e Noi con Salvini, la costola meridionale della Lega. “Sì, ho ricevuto una telefonata, mi hanno informato. Ma non so nulla, non sono più il presidente dell’ente. Arrivederci”, è il commento rilasciato all’agenzia Ansa dal neo consigliere regionale.

Dopo Rizzotto  a guidare l’Irsfordd è arrivata Salvina Profita. Si tratta della stessa persona che era stata nominata al suo posto al vertice della società regionale Italia Lavoro Sicilia. Era il 2012 e l’allora governatore Raffaele Lombardo aveva scelto l’attuale deputato della Lega – all’epoca nel Movimento per l’Autonomia – per quell’incarico. Rizzotto, però, essendo un dipendente del comune di Palermo era incompatibile: e al suo posto era stata scelta Profita, indicata in quei giorni come la sua ex fidanzata.

L’inchiesta sull’ente di formazione è stata avviata lo scorso febbraio ed è alle battute iniziali. Il quotidiano online siciliano racconta che gino allo scorso settembre l’indagine risultava iscritta ancora a carico di ignoti, ma con specifica contestazione: il peculato. Un reato che secondo il codice viene commesso dal “pubblico ufficiale o incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio la disponibilità di danaro altrui se ne appropria”.

A far nascere l’inchiesta sono state le denunce dei dipendenti dell’ente al nucleo di Polizia tributaria: lamentano il mancato versamento del trattamento di fine rapporti. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, lo stesso pm che si occupa dell’inchiesta su un altro deputato: Edy Tamajo di Sicilia Futura, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Secondo l’ipotesi degli inquirenti avrebbe promesso 25 euro per ogni voto in campagna elettorale. Prima dell’indagine su Tamajo, la nuova legislatura nel Parlamento siciliano era stata scossa dall’arresto di Cateno De Luca, eletto con l’Udc e finito ai domiciliari 48 ore dopo per evasione fiscale. Ieri, invece, era finito ai domiciliari un candidato non eletto: il pentastellato Fabrizio La Gaipa.