Capitoli

  1. Elezioni Sicilia, dai debiti alle riforme flop fino all’emigrazione: le emergenze che si troverà sul tavolo chi vincerà le regionali
  2. Alchimie, Gattopardi e riforme flop: le mille chiavi di Sicilia 
  3. Disoccupati e occupati: il lavoro lo dà Mamma Regione
  4. L'Eldorado dei dirigenti 
  5. I debiti: 8 miliardi di euro 
  6. I fondi europei? Usati come "tampone"
  7. Di cultura non si vive. E dalla Sicilia si emigra
Politica

L'Eldorado dei dirigenti  - 4/7

La disoccupazione record, i troppi dipendenti pubblici, il pasticcio delle province e gli otto miliardi di debiti. E poi i fondi europei, l'export che non è fatto di arance e cannoli ma sopratutto di petrolio e derivati, l'emigrazione. Ma anche i musei e i templi invidiati da tutto il mondo ma solo sulla carta visto che sono gestiti in perenne passività. Ecco i dossier incandescenti che si troverà sul tavolo il futuro governatore dell'isola

L’entrata della Cappella Palatina

Già, perché un’altra peculiarità  della Sicilia è quella legata ai dirigenti: sull’isola un dipendente ogni 9 è un capoufficio. In totale sono 1.692: solo per fare un esempio, nelle 15 regioni italiane a statuto ordinario i dirigenti sono 1.919. Uno pensa: ma in Sicilia c’è l’Autonomia, quindi è giusto che ci siano più dirigenti viste le maggiori competenze dell’ente regionale. I magistrati contabili, però, non sono d’accordo: “La dimensione degli organici e l’espandersi del perimetro pubblico regionale – si legge sempre nella relazione sul rendiconto generale – solo in parte trovano giustificazione nella titolarità – per via dell’autonomia differenziata di cui gode la Regione siciliana – di funzioni altrove allocate a livello statale. Piuttosto, nel considerare i fattori che hanno determinato un così elevato livello occupazionale, la Corte ha rilevato come il settore pubblico sia stato piegato, attraverso un uso distorto delle politiche assunzionali, a supplire all’incapacità del tessuto produttivo di assorbire la forza lavoro espressa nella regione”.

Il bello è che il gioco delle assunzioni senza concorso nella pubblica amministrazione siciliana è tutt’altro che finito. Anzi: ora il nuovo sport regionale è la stabilizzazione dei tanti precari che affollano gli uffici pubblici isolani. “Da qui – segnala la corte dei Conti – la chiusura alle opportunità di reclutamento attraverso le ordinarie procedure concorsuali e meritocratiche, sostituite da lunghi e complessi percorsi di stabilizzazione del personale precario, tuttora condizionanti, con il conseguente innalzamento dell’età anagrafica del personale in servizio e un’inevitabile frattura generazionale, oltre all’evidente vulnus ai valori costituzionali che regolano l’accesso al pubblico impiego e garantiscono il buon andamento della pubblica amministrazione”. Cosa ha fatto la giunta Crocetta a poche settimane dalle elezioni? Ma ovviamente ha deciso di inserire tra i dipendenti precari che potrebbero essere stabilizzati anche i lavoratori della Sanità. Dove troverà i soldi? Affari del prossimo presidente, non certo di quello attuale.