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‘Ndrangheta a Seregno, tribunale del Riesame scarcera l’imprenditore Lugarà

Lugarà, ritenuto tra l’altro nelle carte dell’inchiesta un tramite tra esponenti della 'ndrangheta e mondo della politica, è accusato di corruzione per aver procurato voti a Mazza anche con l’appoggio del consigliere regionale ed ex vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani

E’ stato scarcerato per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza dal Tribunale del Riesame di Milano Antonino Lugarà, l’imprenditore arrestato per corruzione quasi un mese fa nel maxi blitz delle Procure di Monza e Milano contro ‘ndrangheta e corruzione. Lugarà, difeso dai legali Luca Ricci e Bruno Brucoli, era finito in carcere con l’accusa di aver procurato voti per l’elezione del sindaco di Seregno (Monza e Brianza) Edoardo Mazza di FI, anche lui arrestato, in cambio del via libera alla realizzazione di un centro commerciale.

Lugarà è uscito da poco dal carcere di Opera, dove era detenuto dal 26 settembre scorso, su decisione del collegio del Riesame presieduto da Luisa Savoia che ha accolto il ricorso per l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Monza, presentato dal legale Luca Ricci (le motivazioni della decisione saranno depositate tra 45 giorni). La difesa nel ricorso aveva puntato, in particolare, a smontare l’accusa di corruzione formulata dai magistrati monzesi in due punti: spiegando che il piano attuativo per la realizzazione del centro commerciale era del tutto legittimo e poi che non ci sarebbe stato alcun procacciamento di voti come prezzo della corruzione da parte di Lugarà.

Il costruttore, già nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, aveva spiegato che lui si era limitato a dare “consigli di voto” del tutto leciti, tra l’altro per due candidati consiglieri, uno eletto e l’altro no, che hanno preso in tutto solo “100 voti”, e da imprenditore era “assillante” perché si “recava tutti i giorni” negli uffici comunali di Seregno e telefonava al sindaco, dato che quella pratica sul via libera alla realizzazione del centro commerciale era “un atto dovuto e legittimo”. Lugarà, ritenuto tra l’altro nelle carte dell’inchiesta un tramite tra esponenti della ‘ndrangheta e mondo della politica, è accusato di corruzione per aver procurato voti a Mazza anche con l’appoggio del consigliere regionale ed ex vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani, indagato in una tranche dell’inchiesta.