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M5s, Lezzi a Scanzi: “Silenzio Roberto Fico? Non lo capisco, lui non parla”. “Avrebbe tolto voti a Di Maio”

Il silenzio di Roberto Fico? Non riesco a farmene un’idea, perché Roberto non parla. Se lui non lo dice, non possiamo comprendere. Non ho capito cosa gli sia andato storto. Forse il punto sul capo politico del M5S? Ma quella è una questione burocratica e comunque Beppe Grillo rimane il nostro garante“. Così, a Otto e Mezzo (La7), la senatrice M5S, Beatrice Lezzi, si esprime sul collega Roberto Fico, in un confronto con il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, e con l’ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli. Lezzi puntualizza: “La figura del capo politico ha solo una valenza burocratica, serve cioè a presentare la lista, come prescrive la legge. Ma il vero capo politico del movimento è il M5S stesso“. Sul silenzio di Fico, Scanzi osserva: “E’ sicuramente una notizia. Fico è un esponente di spicco del M5S, doveva essere il rivale di Di Maio e non si è candidato. Non posso sapere se è stata una sua scelta o una imposizione di Grillo. Quello che è certo è che è un evidente nervosismo che si respira nel M5S. Basti pensare battuta, venuta malissimo, di Grillo sui giornalisti da vomitare“. E aggiunge: “Era del tutto evidente che Di Maio doveva essere il vincitore, ma forse era più naturale dirlo apertamente. Perché queste primarie finte con sette candidati che, se si vedono allo specchio, probabilmente non si riconoscono? Questa, per me, è una maniera per farsi male da soli e complicarsi la vita al di là dei propri demeriti”. Il giornalista poi sottolinea: “C’è una buona parte del M5S che non gradisce particolarmente Di Maio e quindi probabilmente sperava che Fico fungesse da breccia. Quando, però, la senatrice Lezzi dice che il capo del movimento sia il M5S, mi viene in mente la solita storia dell'”uno vale uno“. E’ una formula molto caruccia e bellina, ma è del tutto evidente che una forza trasversale, cresciuta all’improvviso, che ha preso il 25% nel 2013, che è accreditata al 30% alle prossime politiche e che ha tante espressioni, tante facce e tante idee, debba essere gestita da qualcuno dall’alto. E quest’ultimo” – continua – “non è solo il garante, ma è anche uno che qualche volta apre e chiude il cancello, come è avvenuto a Genova e non solo. Quel qualcuno è Grillo, è Casaleggio. E questo è giusto o quantomeno legittimo, perché nel momento in cui Grillo e Casaleggio non serrano le fila, il M5S esplode e c’è una supernova da una parte all’altra, come stava succedendo a Roma”