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Onu, Trump su Nord Corea: “Se costretti, non c’è alternativa alla sua distruzione”. Macron lo critica su clima e isolazionismo

Il presidente Usa fa il suo debutto all'Assemblea generale e attacca Kim Jong-un, definito "Rocket man". Poi parla come fosse a uno dei suoi comizi-show: "Metterò sempre l'America al primo posto, da quando sono stato eletto abbiamo fatto un buon lavoro". Scontro totale con Macron su trattato di Parigi, accordo con l'Iran e "America First"

“Se costretti, non ci sarà alternativa alla sua distruzione“. Nel suo debutto all’Assemblea generale dell’Onu, Donald Trump usa parole non fraintendibili per commentare un eventuale attacco della Corea del Nord. Il presidente americano è il primo dei leader mondiali a parlare dopo il discorso del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che aveva inaugurato il suo intervento con le parole “il mondo è nei guai. A Trump ha replicato duramente Emmanuel Macron: il presidente francese lo ha attaccato innanzitutto sulla questione clima, argomento mai toccato dal leader della Casa Bianca. Ma poi anche sul concetto di “America First“, più volte ribadito dal tycoon nel suo discorso: “I muri non ci proteggono”, ha detto il capo dell’Eliseo. Uno scontro totale tra i due presidenti che ha coinvolto anche l’accordo con l’Iran, definito “imbarazzante” da Trump e “solido” da Macron.

Il discorso di Trump
Trump ha parlato al Palazzo di Vetro per 41 minuti come fosse a uno dei suoi comizi-show. “Metterò sempre l’America al primo posto“, ha detto il presidente Usa dopo aver elogiato il suo lavoro da quando è alla Casa Bianca: “Dopo l’8 novembre abbiamo fatto un buon lavoro. Il mercato azionario va molto bene, la disoccupazione ha raggiunto livelli più bassi degli ultimi anni e grazie alle riforme ci sono più lavoratori negli Usa, le società stanno tornando in America, portando lavoro, come non si era mai visto”.

Rocket man è in una missione suicida per se stesso e per il suo regime”, ha detto Trump riferendosi a Kim Jong-un, che aveva già battezzato “uomo razzo” in un tweet dei giorni scorsi. “Se saremo costretti, non avremo altra alternativa che distruggere la Corea del Nord”, ha aggiunto mentre la delegazione di Pyongyang ha lasciato la sala prima che il presidente Usa prendesse la parola. “E’ un oltraggio che ci siano paesi che sostengono Kim” ha aggiunto ancora Trump, sottolineando come “la Corea del Nord deve capire che la denuclearizzazione è l’unico futuro”.

Rimanendo in tema di politica estera, Trump ha poi definito “un imbarazzo per gli Stati Uniti” l’accordo con l’Iran che a suo parere “fornisce copertura per l’eventuale realizzazione di un programma nucleare”. “La popolazione iraniana è quello che i leader temono di più – ha sostenuto – sono in grado di esportare violenza, bagni di sangue e caos”, inoltre finanziano “gli Hezbollah contro i pacifici Paesi arabi e Israele”. Inoltre il presindente Usa ha avvertito Cuba che “non toglieremo le sanzioni fino a che il regime non farà le dovute riforme per il suo popolo”. Gli Stati Uniti sono pronti ad agire anche nei confronti del governo del Venezuela, è l’altro monito del tycoon che parla di una ”dittatura socialista inaccettabile”.

“E’ un periodo di grandi promesse ma anche di grandi pericoli”, ha aggiunto poi Trump. “I terrorismi e gli estremismi si sono rafforzati, sono diffusi in ogni angolo del pianeta e sono sostenuti nel mondo da diversi regimi. Se i giusti non sapranno affrontare questi pochi cattivi, il male trionferà”, ha sostenuto il tycoon, indicando negli “Stati canaglia” una minaccia per il mondo. “Metterò sempre l’America al primo posto e difenderò sempre gli interessi americani”, ha chiarito il presidente Usa. Ha anche precisato che “lavoreremo sempre con gli alleati ma non si potrà più approfittare di noi”. “Non vogliamo imporre il nostro stile di vita a nessuno – ha aggiunto – ma l’America vuole essere un modello“.

La replica di Macron
“L’accordo non sarà mai rinegoziato. Rispetto profondamente la decisione degli Stati Uniti e la porta resterà aperta per un loro ritorno. Ma noi andremo avanti”. La melina di Trump sull’accordo Cop21 sul clima non ha distolto Macro dal “proseguire nel dialogo” con la Casa Bianca perché “convinto che alla fine capirà che è nel suo interesse e nell’interesse degli americani”. Ma il presidente francese ha precisato che non ha intenzione di “cedere nulla sugli equilibri dell’accordo di Parigi” e ha sottolineato come gli uragani che in questi giorni si sono abbattuti sui Caraibi ma anche sulle coste orientali degli Stati Uniti (Harvey, Irma, in queste ore Maria) “siano una delle conseguenze dirette del riscaldamento climatico“.

“La loro violenza, la loro frequenza – ha insistito – è chiaramente correlata al riscaldamento climatico”. In questo contesto, ha continuato Macron, “l’accordo di Parigi è una cornice importante, non è l’alfa e l’omega, ma una base indispensabile“. Esortando “a fare meglio”, il presidente francese ha ricordato che il 12 dicembre si terrà a Parigi “un summit per i due anni della Cop21“, la conferenza dell’Onu che promosse l’accordo nella capitale francese che contava sull’impegno dei quattro grandi inquinanti: Europa, Cina, India e Stati Uniti. Fra questi, il contenimento delle emissioni, il controllo periodico dei risultati e il sostegno ai Paesi poveri.

La linea di Washington su Cop21 è ondivaga da mesi. Trump ha usato a giugno parole nette dicendo di voler uscire dall’accordo di Parigi. Poi ha detto che resterà nell’intesa. Infine ha detto che resterà ma solo se avrà condizioni migliori sulle emissioni di gas. Ma durante il discorso di 41 minuti al Palazzo di Vetro, per la sua prima volta all’assemblea delle Nazioni Unite, non ha detto una sola parola sul tema.

Macron però non ha attaccato Trump solo sul versante clima. Il presidente francese ha criticato in generale tutto l’impianto dell’intervento del tycoon, basato su quell’isolazionismo americano che ha caratterizzato tutta la sua campagna elettorale. “E’ falso pensare che i Paesi siano più forti quando sono da soli. Il multilateralismo è molto più efficiente”, ha detto nel suo intervento il leader dell’Eliseo. “I muri non ci proteggono, il mondo è interdipendente“, sono le parole con cui ha chiuso il suo intervento. Prima, un passaggio anche sull’accordo con l’Iran, definito “solido”. “Denunciarlo e rigettarlo senza proporre altro è un grave errore“, ha detto Macron, pungendo nuovamente Trump.