Politica

Roma, i messaggi di Marra alla Raggi: “Polverini ha detto a Di Battista che sono losco? Vergogna”. E lei: “Sono tristissima”

Le conversazioni, pubblicate da Repubblica e il Tempo, sono a disposizione del pm, ma non sono state depositate nel processo in primo grado per corruzione in cui l'ex capo di Gabinetto è imputato insieme all'immobiliarista Scarpellini perché non sono state ritenute rilevanti. Tra i vari retroscena, spuntano contatti anche tra Marra e l'avvocato Sammarco

La “messa in guardia” di Renata Polverini, i contatti tra Raffaele Marra e l’avvocato Pieremilio Sammarco, ma anche i tentativi di Virginia Raggi di difendere l’ex capo di Gabinetto ed ex capo del personale prima che venisse arrestato nell’ambito dell’inchiesta per corruzione dove è imputato insieme all’immobiliarista Sergio Scarpellini. Spuntano nuove conversazioni (chat e messaggi trasmessi via Telegram), pubblicate da Repubblica e il Tempo in questi giorni, che sono a disposizione del pm Barbara Zuin e dei legali, ma che non sono state ritenute rilevanti e quindi non sono state depositate a processo. I dialoghi raccontano nuovi retroscena relativi alle settimane dell’estate 2016, quando Marra venne contestato pure da esponenti M5s e invece difeso dalla sindaca Raggi e dai suoi fedelissimi. Il 7 settembre, dopo le polemiche, sarà spostato dalla guida del Gabinetto a quella di capo del personale, mentre la prima inchiesta dell’Espresso sulla vicenda Scarpellini uscirà il 16 settembre.  L’arresto invece risale al dicembre 2016.

Come riportato da Repubblica, il 2 luglio 2016 la Raggi scrive a Marra: “Sai cosa mi ha detto ieri?”. Lui risponde: “Il papà di Di Maio?“. E la sindaca: “Sì o suo zio”. Poi poco dopo, Marra continua: “La cosa della Polverini che avrebbe sussurrato nell’orecchio di DiBa che sono losco? Davanti a tutti? Che vergogna, ti fanno sentire sporco a prescindere”. E la Raggi risponde: “Esatto sono tristissima”. Dopo pochi giorni, ed esattamente il 6 luglio, ci sarebbe stato l’incontro tra Luigi Di Maio e Marra stesso di cui a lungo si è parlato negli scorsi mesi. Sempre secondo le conversazioni riportate da Repubblica, Marra il 28 ottobre scriverà alla Raggi: “Fammi parlare con Grillo, gli spiego tutto proprio come con Di Maio”.

I CONTATTI TRA SAMMARCO E MARRA
Tra le nuove conversazioni, ci sono anche i dialoghi tra l’avvocato Sammarco e Marra. Il primo è stato collaboratore dello studio Previti, dove la sindaca ha fatto la pratica (notizia che aveva omesso nel suo curriculum al momento della candidatura provocando numerose polemiche) e fin da subito non aveva nascosto il suo sostegno per la prima cittadina, tanto da presentarsi in Campidoglio il giorno dell’insediamento. Marra e Sammarco, stando alle conversazioni pubblicate da Repubblica, si scambiano vari messaggi via Telegram. Il 30 ottobre 2016 l’avvocato scrive all’ex capo di Gabinetto: “Beppe non capisce nulla, si fa prendere in giro dai giornali. Mi sono dimenticato di dirti che giovedì Massimo va a Genova al ristorante con Grillo e gli dice di non rompere le palle su di te”. Marra replica dicendo che giovedì è troppo tardi: “Credo che giovedì sia troppo tardi. Dovrebbe farlo oggi”. Allora Sammarco: “Raffaele tieni duro, non mollare. Fammi sapere se posso fare io qualche cosa per agevolarti”. Allora Marra chiede: “Prova a chiamare Massimo e digli di intervenire oggi con Beppe se veramente ne ha la forza”. E lui: “Ok mi muovo ora”. I due si parlano varie volte: il primo agosto l’ex capo di Gabinetto gli parla “delle macchinazioni contro di lui che vengono da dentro il Movimento”; il 12 agosto 2016 Marra suggerisce a Sammarco di scrivere alla Raggi un sms in suo sostegno (“Lo faccio subito”, risponde l’avvocato).

RAGGI SCRIVE A CASALEGGIO
Gli interventi della Raggi per difendere il suo ex capo di Gabinetto si concentrano d’estate. Il 13 agosto, scrive sempre Repubblica, la sindaca invia uno screenshot del messaggio che dichiara di aver inviato al figlio del cofondatore M5s Davide Casaleggio: “Anche io ho voglia di lavorare e di ripulire questa città”, si legge. “E’ il motivo per il quale mi sono candidata. E quando l’ho fatto, ho contato il ‘mio’ esercito all’interno del comune che è un covo di serpenti. Parliamo di Roma, non di Pomezia o Civitavecchia o Frittole o Torino. E su quello che ho fatto affidamento. Se non ho più il mio esercito, temo di non poter combattere. Parliamo di Mafia Capitale, Parliamo di muri che hanno orecchie… la competenza e la fiducia. Sapere che queste persone si getterebbero nel fuoco per me, per noi, fa la differenza. Gli altri sono mercenari. E con i mercenari combatti fino a che qualcuno altri non gli offre di più. Poi cadi. E cadi male…”.