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Pussy Riot, rilasciate le due ragazze della band punk arrestate per chiedere liberazione del regista Oleg Sentsov

L'artista è stato condannato a 20 anni in un controverso processo che lo ha visto accusato di aver cercato di organizzare "atti di terrorismo" nella sua Crimea un paio di mesi dopo l’annessione della penisola da parte di Mosca. La sua vicenda ha scosso il mondo del cinema e ha visto registi di fama mondiale come Almodovar, Leigh e Daldry, ma anche Nikita Mikhalkov - pur considerato vicino al Cremlino - prendere le difese del collega

Sono state rilasciate dopo alcune ore di fermo le due attiviste del gruppo russo Pussy Riot, Maria Lyokhina e Olga Borisova. A dare la notizia è proprio quest’ultima con un post pubblicato sul suo account Facebook. Le due ragazze della banda punk oppositrice di Vladimir Putin, che inscenò sull’altare della cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca una preghiera per chiedere alla Madonna di liberare la Russia dal presidente, erano state fermate oggi dalla polizia russa a Iakutsk. In Siberia le due giovani avevano organizzato una manifestazione non autorizzata: indossando i passamontagna colorati ormai diventati il loro simbolo, avevano chiesto la liberazione del regista ucraino Oleg Sentsov mostrando su un ponte di fronte al carcere in cui è rinchiuso un grande striscione con la scritta “Free Sentsov” in rosso e accendendo un fumogeno rosso e uno blu.

Sentsov è stato condannato in Russia a 20 anni di reclusione in un controverso processo che lo ha visto accusato di aver cercato di organizzare “atti di terrorismo” nella sua Crimea un paio di mesi dopo l’annessione della penisola da parte di Mosca. Kiev lo considera “prigioniero politico” delle autorità russe. Il suo caso è stato anche oggetto di un documentario, presentato al Festival di Berlino. A realizzarlo il regista uzbeko residente in Russia Askold Kurov, già acclamato per documentari di denuncia politico-sociale.

La sua vicenda ha scosso il mondo del cinema e ha visto registi di fama mondiale come Pedro Almodovar, Mike Leigh e Stephen Daldry, ma anche Nikita Mikhalkov – pur considerato vicino al Cremlino – prendere le difese del collega ucraino. Ora per lui è arrivata anche la solidarietà della Pussy Riot. Anche per loro nel 2014 era stato realizzato un film “Pussy riot – A punk prayer” in cui si raccontava la storia delle attiviste per i diritti civili che in questi anni, in varie occasioni e in diversi paesi, hanno organizzato forme di protesta per contestare le politiche del presidente Putin e che per questo hanno dovuto scontare due anni di carcere. La pellicola aveva vinto il premio speciale della giuria al Sundance Film Festival 2013.