Società

Gioco d’azzardo, cosa succede nel cervello di chi vince con Win for life

Un ex paziente mi è venuto a trovare. Di solito gli ex pazienti ti cercano per un saluto quando hanno buone notizie da comunicare tipo una laurea, la nascita di un figlio o un nuovo lavoro. In questo caso, mi ha raccontato che casualmente, visto che non è un giocatore abituale, ha vinto al  Win for life la bellezza di circa quattromila euro al mese per 20 anni. Mi sono congratulato con lui e ho chiesto quale cambiamento questa vincita stesse apportando alla sua vita.

Mi ha raccontato che ha deciso di continuare il lavoro da operatore sui camion dei rifiuti urbani e che con i soldi che stanno arrivando ha messo a posto la casa e acquistato una seconda dimora al mare. La vincita dopo un anno non pare avere stravolto la sua vita. Nella letteratura psicologica vengono riportati diversi casi in cui la vincita improvvisa ha, al contrario di quello che sta capitando al mio ex paziente, stravolto la vita dei  vincitori con esiti negativi.

In particolare, spesso viene narrato che presi da una eccessiva euforia abbandonano la famiglia e il lavoro, spendono il denaro in modo smodato e cominciano a giocare d’azzardo compulsivamente. Spesso, dopo alcuni anni la somma vinta è in gran parte svanita e l’ormai ex fortunato vincitore è divenuto un dipendente patologico dal gioco. Vengono citati diversi casi di suicidio a distanza di alcuni anni dalla vincita.

I problemi psicologici che si pongono di fronte a una vincita cospicua sono legati allo stress che si determina nel cervello del vincitore e alle conseguenze emotive sulle sue relazioni affettive. Lo stress viene definito come una reazione di adattamento a una perturbazione sia fisica che psichica. In questo caso, la perturbazione è positiva ma di entità molto rilevante, per cui  il vincitore corre il rischio di vedere stravolte tutte le sue precedenti certezze.

Il suo ritmo sonno-veglia può venire modificato per gli eccessivi festeggiamenti e il soggetto si troverà in un sovraccarico emotivo difficile da controllare. Sul piano affettivo è possibile perdere i vecchi amici, che ora fanno una vita diversa da quella del vincitore, per essere attorniato da nuovi amici spesso interessati solo al denaro. Le relazioni familiari e sentimentali sono messe alla prova e il vincitore potrà ritenere, a torto o a ragione, che il partner sentimentale o i familiari non lo amino, ma puntino solo ai suoi soldi. Nuovi partner sessuali o sentimentali possono farsi avanti stravolgendo la vita del vincitore, che dopo una prima fase euforica potrà sentirsi sempre più solo e abbandonato, da un punto di vista emotivo, da tutti.

Nel suo inconscio, il vincitore si sente “gradito” a qualcosa di superiore a lui, cioè nelle grazie della fortuna o di una divinità. La vincita scatena una iperproduzione di dopamina nelle zone deputate alla gratificazione e determina un effetto corrispondente all’uso continuativo di droghe. Il vincitore, ormai assuefatto a questo senso di euforia, desidererà ripetere l’esperienza della vincita e cercherà spesso di tornare a giocare per essere di nuovo gratificato dalla fortuna o dalla sua divinità. Questo bisogno compulsivo potrà divenire in certi casi così intenso da fargli perdere lucidità e portarlo a divenire un paziente affetto da gioco patologico.

Mi ha fatto piacere constatare che possono esserci vincitori, come il mio ex paziente, che riescono a reggere lo stress della vincita e a gustare la nuova situazione senza stravolgere la propria esistenza affettiva e a non divenire giocatori abituali.