Cinema

Festival di Venezia 2017, il dolce sapore della scoperta. Film e protagonisti delle sezioni parallele

Tanto la Settimana Internazionale della Critica (SIC), giunta alla sua 32ma edizione, quanto le 14me Giornate degli Autori – Venice Days, viaggiano su binari reciprocamente coerenti

Il dolce sapore della scoperta. Ne abbondano le due sezioni parallele alla 74ma Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, il cui programma è di imminente annuncio. Tanto la Settimana Internazionale della Critica (SIC), giunta alla sua 32ma edizione, quanto le 14me Giornate degli Autori – Venice Days, viaggiano su binari reciprocamente coerenti, laddove entrambi i delegati generali – rispettivamente Giona A. Nazzaro e Giorgio Gosetti – hanno posto il seduttivo “gioco della scoperta” come elemento centrale se non necessario per la continuità del cinema stesso, specie in un’epoca in cui tutto o quasi sembra la rielaborazione di universi già esplorati ed abbondantemente percorsi.

Se dunque la sezione totalmente dedicata agli esordi – la SIC – e quindi fondata sulla messa in campo di auspicabili nuovi talenti quest’anno ha scelto una linea editoriale fortemente al femminile, “ma non come banale ribaltamento politicamente corretto di un discorso di quote. Semmai nel segno di un’urgenza e di un desiderio che sorprende e rimette in discussione equilibri e poteri” spiega Nazzaro, i Venice Days di Gosetti hanno cercato autori emergenti o già affermati purché “fuori dal coro”.

Entrambe le sezioni, in ogni caso, non hanno trascurato il tricolore, anzi ne hanno prodotto una ricca raccolta, specie le Giornate degli Autori con ben 9 titoli italiani: 3 in concorso e 6 fra eventi e proiezioni speciali. Fra questi spiccano le nuove opere di Vincenzo Marra (L’equilibrio) e di Matteo Botrugno & Daniele Coluccini (Il contagio, tratto dall’omonimo best seller di Walter Siti) entrambe alle prese con il disagio della profonda periferia romana ed entrambe in concorso, ma anche l’esordio in regia di Claudio Santamaria con il corto The Millionairs, il ritorno di Wilma Labate con il documentario Raccontare Venezia ideato da Irene Bignardi e la presentazione dell’inedito mediometraggio di Ermanno Olmi realizzato nel 1968 – Il tentato suicidio nell’adolescenza – sui pionieri del reparto di psichiatria d’urgenza del Policlinico di Milano.

Quanto alla Settimana della Critica, entrambe i film di produzione nazionale portano alla ribalta immaginari partenopei attraverso lo sguardo di alcuni autori già apprezzati in altre forme audiovisive (prevalentemente il documentario) ma qui attesi nel cinema di finzione; si tratta della coppia Luca Bellino & Silvia Luzi con il titolo concorrente Il cratere, racconto del rapporto fra un padre e una figlia nell’hinterland della napoletanità e di Diego Olivares (Veleno), sui rifiuti tossici smaltiti illegalmente nella Terra dei Fuochi.

Sul fronte internazionale, se le sfide della SIC non possono sortire alcuna previsione essendo debutti a prevalenza – si diceva – femminile con ben 6 registe e 4 registi, quelle dei Venice Days vantano alcuni nomi di altissimo valore qualitativo, già apprezzati tanto nella medesima sezione diretta da Gosetti quanto in altri festival internazionali; fra questi l’artista iraniana Shirin Neshat (Looking for Oum Kulthum), l’attrice canadese Sara Forestier esordiente dietro la macchina da presa in un film di finzione (M), il tailandese Pen-ek Ratanaruang (Samui Song) e il talentuoso cinese Pengfei qui alla sua opera seconda (The Taste of the Rice Flower) dopo il folgorante debutto del 2015 Underground Fragrance.