Cronaca

Zerocalcare e Ascanio Celestini, le periferie di chi le abita

Andiamo a Roma? E arrivi a Cinecittà. Da Cinecittà: andiamo a Roma? E arrivi a San Giovanni. Vivi a Roma, ma Roma non arriva mai!

Essere Zerocalcare. O Ascanio Celestini, se preferite. Comunque due vite di periferia. Rebibbia e Morena, dialogo tra due entità inesistenti, per stessa ammissione di Celestini. Non succede niente nelle periferie di tutta Italia, non ci sono i marciapiedi, i muri si fanno come ti pare, senza regole. La periferia semplicemente non esiste per chi ci vive dentro. Quelli che vivono fuori dal centro non vivono in nessun posto.

Sì, talvolta si ha l’impressione che la periferia esista quando ci sono eventi come un assassinio di una prostituta o uno stupro o magari un funerale dei Casamonica. La periferia è “nei luoghi sconfinati dove credi che la città finisca, e dove invece ricomincia, nemica, ricomincia per migliaia di volte”, scriveva il cantore assoluto della periferia, Pierpaolo Pasolini.

Tentano una elegia delle periferie anche loro in una periferia ‘recuperata’, l’Ex Dogana di San Lorenzo, due eroi di chi non ha santi in paradiso e non crede nella politica di oggi. Celestini e Zerocalcare, molto diversi per età, formazione, interessi, pubblico eppure due facce della medesima medaglia, quella della vita in quei ‘luoghi sconfinati’, entrambi ‘stalker’ di quella zona ai confini del conosciuto e del conoscibile.

Anche in periferia succedono cose, ammette Michele Reich  Zerocalcare per tutti – ma hanno valenze diverse.

Un giorno un rapinatore si presenta da un negoziante con un molosso feroce, questi chiama le guardie, le guardie arrivano, quello slega il molosso, le guardie scappano, poi però tornano con un lazo e acchiappano il molosso legandolo a un ramo di un albero. Troppo alto però e quelli del quartiere tentano di slegarlo, ma una guardia tira fuori la pistola intimando di non toccare: il molosso finisce per impiccarsi da solo. Conclusione, la gente di Rebibbia ha cominciato a tirare di tutto contro le guardie, che sono riscappate.

“Per noi ‘sta storia è stata il nostro 11 settembre”, chiosa Zerocalcare.

Il dramma della vita della periferia sta tutto in questo racconto tragicomico. Uno a cose così si attacca se non c’è nient’altro. Ma il centro è anche una gabbia che ti tiene chiuso dentro il proprio concetto di città che qualcun altro ha pensato. La periferia non ha nessun concetto, nessuna idea alla base e alla fine ti rende più libero.

Sono magre consolazioni, come quelle che offre lo stesso governo Pd di Gentiloni che lo scorso 8 giugno in pompa magna ha annunciato la rigenerazione delle periferie. Insieme al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, l’ha lanciata durante il convegno “Futuro periferie. La cultura rigenera”, a Roma nell’area dell’ex caserma militare Cerimant.

Periferia calda, quella di Tor Sapienza. La caserma è passata dalla Difesa ai Beni culturali, per essere riqualificata e trasformata in un polo multifunzione. Un modo sbagliato di intervenire sulle periferie, anche secondo Zerocalcare e Celestini. Oggi le trasformazioni dei quartieri, come sta avvendendo a Tor Sapienza o prima ancora a San Lorenzo, al Guido Reni District, non sono decise da chi vive in quelle aree, ma esclusivamente dal mercato. Progetti come quello della Cerimant dovrebbero passare prima di tutto dai comitati di quartiere per non ritrovarsi l’ennesimo centro commerciale o decine di ristoranti e negozi ai quali gli abitanti della zona non possono neanche avvicinarsi.

Poi la politica cade dal pero e si meraviglia che la gente finalmente esca di casa, si organizzi, si incazzi e prenda in odio la politica stessa. E magari voti Movimento 5 Stelle. Anche quella del decoro urbano è una idea perversa. Oggi bagnano le scalette della fontana di Madonna dei Monti per non farci sedere la gente, ma questa ideologia tradotta in politica vuol dire che un poveraccio senza casa deve essere espulso dalla comunità.

Ci si meraviglia del ritorno delle destre nelle città, ma sono 15 anni che tv e giornaloni soffiano sul fuoco dell’intolleranza e vogliono far credere che se in periferia si sta male la colpa è dei disperati che arrivano sulle nostre coste e vengono distribuiti nelle città.

Zerocalcare è scatenato.

Sono almeno 15 anni che ci dicono che tu campi demmerda perché ce so’ gli immigrati, ma non è vero, sono notizie completamente false. A Rebibbia nelle case popolari so’ tutti italiani. Ma le cose che oggi dice il candidato del centrosinistra, ‘aiutiamoli a casa loro’, 15 anni fa le diceva Forza Nuova, ma nessuno se lo ricorda.