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  1. Yara Gambirasio, accusa e difesa a confronto: dalla prova del Dna al movente sessuale
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Giustizia & Impunità

Yara Gambirasio, accusa e difesa a confronto: dalla prova del Dna al movente sessuale - 3/4

È stata una battaglia durissima quella tra accusa e difesa. Sia in primo che in secondo grado. Il pm Letizia Ruggeri prima e il pg, Marco Martani poi hanno sostenuto oltre ogni ragionevole dubbio la responsabilità penale di Massimo Bossetti per cui hanno chiesto l'ergastolo. La difesa, sostenuta dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, ha sin dalle indagini preliminari ribattuto punto per punto tutti gli elementi

FURGONE E FOTO SATELLITARE – Gli accertamenti sulle telecamere di Brembate di Sopra inquadrano il furgone di Bossetti in un orario “compatibile” con l’uscita di Yara dal centro sportivo, secondo l’accusa. Il furgone immortalato vicino al centro sportivo “non è dell’imputato” come mostrano alcuni particolari secondo la difesa. Una foto satellitare del 24 gennaio 2011 sarebbe la prova che la 13enne è stata portata a Chignolo d’Isola solo successivamente, ma per l’accusa l’autopsia certifica che la 13enne è morta in quel campo incolto.

CELLE TELEFONICHE – Il 26 novembre 2010, giorno della scomparsa di Yara, l’ultima telefonata del muratore di Mapello è delle 17.45, poi il telefono non riceve traffico fino alle 7.34. L’ultima cella che aggancia è quella di via Natta a Mapello, un segnale che certifica la presenza di Bossetti in zona. Da alcune intercettazioni successive emerge “che quella sera rientrò a casa più tardi del solito”. L’imputato aggancia la stessa cella della vittima “un’ora prima e in direzione diversa”, replica la difesa che sostiene che l’imputato era a casa quella sera.