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Consip, Lillo: “Non mi paragono ai giornalisti del Watergate. Ma è come se avessero perquisito loro e non agenti Cia sospettati”

“La mia vicenda? In realtà è una vicenda che riguarda il leader del Pd, Matteo Renzi, suo padre, Tiziano Renzi e il ministro dello Sport, Luca Lotti“. Esordisce così a Omnibus (La7) il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Marco Lillo, che, rispondendo alla conduttrice Gaia Tortora, riepiloga velocemente quello che gli è accaduto dopo la pubblicazione del suo libro “Di padre in figlio”. “Certo, non ho avuto piacere del fatto che i finanzieri siano entrati nella camera da letto di mio padre, che ha 96 anni” – spiega Lillo – “Ma lo metto in conto, sono un cronista. Fa parte dei rischi del mestiere. Quello che è un po’ strano è che l’indagine di partenza, quella importante, quella sulla ‘ciccia’ come dico io, e cioè l’indagine sulla Consip, non riguarda mio padre, ma il padre di Matteo Renzi. E Tiziano Renzi non è mai stato perquisito, non ha mai dovuto consegnare il suo cellulare”. E aggiunge: “Sembra che ai magistrati di Napoli, che mi hanno perquisito, e a quelli di Roma, che hanno indagato erroneamente il pm Woodcock e la giornalista Federica Sciarelli, interessi più l’indagine sulla fuga di notizie che l’indagine sugli appalti e su cosa interessa davvero ai cittadini, cioè su come vengono spesi i nostri soldi“. Poi osserva: ” Lungi da me dal paragonarmi ai giornalisti che hanno scoperto lo scandalo Watergate in America, ma è un po’ come se fossero stati perquisiti Bernstein e Woodward anziché gli agenti della Cia sospettati di ostacolare la giustizia. Questa stranezza, questa anomalia tutta italiana non viene notata da nessuno. E’ tutto normale, addirittura alcuni quotidiani festeggiano. Ho letto sui grandi giornali, come Repubblica” – continua – “che magari Woodocock non c’entra in questa fuga di notizie, ma il sistema è quello lì. Io sono un po’ preoccupato, perché noto una unanimità di consenso intorno a questa azione della magistratura che a me non convince e noto anche una unanimità di silenzio rispetto a quello che invece andrebbe contestato a Matteo Renzi, in quanto sicuramente responsabile politico di questa situazione”